24/06/2009, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka: politici e intellettuali contro “presidenza autoritaria e costituzione dittatoriale”

di Melani Manel Perera
Sostenitori della Platform for Freedom invitano la società ad agire in difesa delle libertà civili e di espressione. Chiedono la fine di corruzione, soprusi e discriminazioni e una soluzione politica alla vicenda della popolazione tamil.
Negombo (AsiaNews) - Nello Sri Lanka vige una presidenza autoritaria ed una costituzione dittatoriale. È la denuncia dei membri di Platform for Freedom (Pff) che raccoglie politici dell’opposizione, esponenti della società civile, difensori dei diritti umani ed intellettuali dell’isola.
 
Il 23 giugno si sono dati appuntamento alla Town Hall auditorium di Negombo, a nord di Colombo,  per manifestare il loro dissenso alla politica del presidente Mahinda Rajapaksa. In 800 hanno chiesto la fine della soppressione delle libertà civili e di espressione, della corruzione e della discriminazione, delle ingiustizie sociali, problemi che considerano urgenti e drammatici per immaginare un futuro di pace e riconciliazione per il Paese.
 
Al raduno di Platform for Freedom erano presenti K.W. Janaranjana, vice direttore del quotidiano singalese Ravaya, l’attivista per i diritti umani, Nimalka Fernando, e numerosi esponenti del mondo politico tra cui il principale leader dell’opposizione al governo Ranil Wickremasingha, e parlamentari singalesi e tamil quali Joseph Michael Perera, Mangala Samaraweera, Mano Ganeshan e Srithunga Jayasooriya.
 
Mano Ganeshan, parlamentare tamil e leader del Democratic People’s Front, è intervenuto all’incontro ricordando la situazione drammatica in cui vivono i rifugiati nei campi profughi. “Non sono mendicanti che chiedono la simpatia del governo”, ha detto Ganeshan, che ha domandato a Colombo di applicare il 13 emendamento della costituzione che prevede la devoluzione dei poteri a livello locale.
 
Per Mangala Samaraweera, politico singalese e leader del partito di opposizione Sri Lanka Freedom Party, “il presidente Rajapaksa ha sconfitto il terrorismo, ma non ha ottenuto la pace. Per questo tutti noi abbiamo la responsabilità di ottenere una soluzione politica per i tamil attraverso cui costruire lo sviluppo economico del Paese”.
 
Pakiyasothy Saravanamuththu, uno dei principali promotori della Pff, ha invitato i presenti “a non delegare ogni responsabilità ai politici” e ha ricordato che “la società civile del nostro Paese deve rimboccarsi le maniche e agire subito”. L’invito a prendere iniziativa è stato rivolto anche ai giornalisti. Ad essi la Pff chiede il coraggio di denunciare la situazione in cui versa lo Sri Lanka “anche se - ha affermato K.W. Janaranjana - quando qualcuno alza la voce viene subito tacciato di essere un sostenitore del Ltte o un traditore, viene rapito, assalito o ucciso da chi è al potere”.
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