19/04/2010, 00.00
ISRAELE - IRAN
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Tel Aviv – Teheran: le minacce reciproche nell’anniversario di Israele

Il presidente Peres afferma che l’Iran è una minaccia per tutto il mondo. “I nostri nemici non devono sottostimare le nostre capacità”. Mottaki, ministro iraniano degli esteri: “Chi pensa di attaccare l’Iran sta giocando col fuoco”. Nei due giorni di celebrazione per i 62 anni di Israele, i passaggi con la West Bank rimarranno chiusi per sicurezza.
Gerusalemme (AsiaNews) – L’Iran è un pericolo non solo per Israele, ma per l’intero mondo civilizzato: così il presidente Shimon Peres, in una cerimonia al Muro del Pianto ieri, per celebrare i caduti della guerra e del terrorismo a 62 anni della nascita dello Stato d’Israele.
 
Peres ha aggiunto che il programma nucleare iraniano minaccia di distruggere Israele. “Queste minacce – ha aggiunto – non devono essere sottostimate… Né i nostri nemici devono sottostimare le nostre capacità”.
 
Da anni la leadership iraniana, con a capo Ahmadinejad minaccia di radere dalla faccia della terra lo Stato d’Israele. Israele continua a spingere la comunità internazionale a imporre sanzioni sempre più pesanti sull’Iran, ma non ha mai escluso un possibile attacco militare contro il programma nucleare iraniano.
 
Ieri a Teheran, il ministro degli esteri Manuchehr Mottaki ha messo in guardia contro ogni attacco alla repubblica islamica. “Quelli che pensano di attaccare l’Iran – ha detto – stanno giocando col fuoco. Capiranno le conseguenze delle loro azioni”.
 
Peres ha precisato che “una minaccia alla pace del popolo ebraico porta con sé sempre il pericolo di trasformarsi in una minaccia per l’intero mondo civilizzato”.
 
L’incontro di Peres con parenti delle vittime della guerra e del terrorismo hanno dato il via alle cerimonie per ricordare i 62 anni dalla nascita dello Stato israeliano. La data precisa è il 16 maggio 1948, che secondo il calendario ebraico corrisponde quest’anno al 20 aprile. Già ieri sera, dopo il tramonto, sono suonate sirene in tutto il Paese per ricordare i morti. Oggi vi saranno ancora i suoni delle sirene per ricordare le vittime dell’indipendenza.
 
Secondo le statistiche del governo di Tel Aviv, 22684 civili e soldati sono stati uccisi dal 1860, la data che segna l’inizio dell’immigrazione in Palestina e che ha portato alla nascita dello Stato d’Israele.
 
Le celebrazioni in Israele termineranno domani. Fino ad allora tutti i passaggi dalla West Bank rimarranno chiusi per motivi di sicurezza.
 
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