25/01/2007, 00.00
BANGLADESH
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Tre condanne a morte per le bombe di agosto 2005

Si tratta di alcuni membri di spicco del gruppo islamico Jamaatul Mujahideen Bangladesh. Crescono, però, i dubbi sulla reale volontà politica di perseguire i terroristi appoggiati: il famigerato Bangla Bhai, catturato l’anno scorso, aspetta di essere giustiziato, ma in una villetta sotto custodia.
Dhaka (AsiaNews) – Saranno giustiziati tre leader del gruppo islamico Jamaatul Mujahideen Bangladesh (JMB) responsabili delle bombe in serie esplose in numerose località del Bangladesh nell’estate del 2005. A condannare a morte lo scorso 23 gennaio Abdul Qaiyum (alias Bhodu), Minhajul Islam (alias Sohel Rana) e Abu Sayeed (alias Hussain) è stata una corte speciale. Aumentano, però, i dubbi sulla reale volontà politica di perseguire il crescente terrorismo in quello che è il terzo Paese musulmano più popoloso al mondo.
 
Il JMB ha rivendicato le esplosioni sincronizzate che il 17 agosto 2005 hanno colpito obiettivi diversi, uccidendo tre persone. Il gruppo militante chiede l'introduzione in Bangladesh della sharia. Per gli stessi attentati sono già stati condannati a morte altri 22 integralisti islamici. Al Jamaatul Mujahideen Bangladesh sono stati attribuiti analoghi attacchi diretti contro il sistema giudiziario nazionale. Per una bomba contro due giudici a novembre di due anni fa, sono stati condannati a morte i due massimi leader del JMB: Rahman e Siddiqul Islam, più conosciuto come Bangla Bhai.
 
Ma l’impegno delle autorità nel perseguire il terrorismo sembra solo apparente e per lo più si risolve in condanne che non vengono eseguite, per la pressione dei gruppi fondamentalisti. Un esempio riguarda proprio il famigerato Bangla Bhai: il 23 dicembre scorso è stato sgozzato in condizioni misteriose l’informatore che ne aveva permesso la cattura. Inoltre, sebbene condannato a morte, Bangla Bhai non si trova nel carcere comune, bensì in una villetta sotto custodia. Quando i giornalisti locali lo hanno scoperto, il governo ha detto che si trattava di una misura di sicurezza. Analisti in Bangladesh definiscono la situazione di Bangla Bhai “indicativa di probabili pressioni politiche tese a liberarlo in qualche modo”.
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