05/12/2013, 00.00
THAILANDIA
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Tregua a Bangkok per il compleanno del re, che chiede pace e sostegno reciproco

Oggi la Thailandia celebra l’86mo compleanno di re Bhumibol Adulyadej. Il monarca si rivolge alla nazione e invita il popolo a preservare “l’interesse pubblico, la stabilità e la sicurezza”. Gli antigovernativi assicurano nuove proteste al termine dei festeggiamenti. Fonti di AsiaNews: intellettuali, governo, militari e leader religiosi vogliono risoluzione pacifica della controversia.

Bangkok (AsiaNews) - In un discorso alla nazione in occasione del suo 86mo compleanno, che si celebra oggi, il re thai Bhumibol Adulyadej ha invitato il suo popolo alla collaborazione e al sostegno reciproco, per il bene del Paese. In un periodo caratterizzato da proteste di piazza dell'opposizione contro il governo Shinawatra, che ha portato decine di migliaia di persone a marciare per il centro di Bangkok, l'anziano monarca rilancia con forza il principio di unità. Proprio ieri le "Camicie gialle" (i dimostranti anti-governativi, ndr) hanno annunciato una tregua per rendere omaggio al re, una figura amata e riverita dalla popolazione alla stregua di un dio; essi hanno però aggiunto che le proteste riprenderanno una volta conclusi i festeggiamenti.

In un intervento pronunciato dal palazzo nella cittadina costiera di Hua Hin, il monarca ha ricordato che la Thailandia è stata a lungo un Paese in pace proprio per "l'unità" del suo popolo. Un riferimento implicito agli scontri dei giorni scorsi, che hanno causato quattro morti e decine di feriti. Obiettivo delle sommossa le dimissioni del governo guidato dalla premier Yingluck Shinawatra, accusata di essere un "pupazzo" nelle mani del fratello Thaksin, multimiliardario ed ex Primo Ministro, in esilio per sfuggire a una condanna a due anni di carcere.

In realtà, l'attuale governo è stato eletto nel 2011 in modo democratico nel 2011 e il 28 novembre scorso ha superato in modo netto una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni in Parlamento (297 voti contro 134).

Migliaia di persone oggi si sono dirette verso il palazzo reale, nella speranza di vedere e salutare re Bhumibol Adulyadej. Per l'occasione le autorità hanno allestito treni e bus speciali dalle principali città e, in particolare, da Bangkok. È tradizione consolidata che il re pronunci un discorso alla nazione per il compleanno; quest'anno il monarca ha richiamato la nazione al dovere di aiutarsi in modo reciproco, per il benessere del Paese.

"Tutti i cittadini thai devono comprendere - ha sottolineato il re, davanti alle autorità fra cui la stessa premier Shinawatra e le alte cariche di governo - in modo chiaro e netto questo punto e adeguare i propri comportamenti. Il nostro impegno è rivolto all'interesse pubblico, alla stabilità, alla sicurezza della nostra [amata] Thailandia". Nel Paese la monarchia non ha un ruolo politico ufficiale; tuttavia, essa esercita una fortissima autorità morale e gode della lealtà e della cieca obbedienza dell'esercito e dei militari, la vera eminenza grigia del Paese.

Fonti di AsiaNews a Bangkok, dietro anonimato, spiegano che "con molta probabilità" il richiamo del re "non porterà grossi risultati". Le manifestazioni di rispetto e di amore verso il monarca sono di facciata, "tutti dicono di amare il re" ma, in molti casi, sfruttano e strumentalizzano la sua figura "ed è sempre stato così". Tuttavia, sembra che vi sia "uno spiraglio" per una risoluzione pacifica dello scontro: "Il governo - conferma la fonte - sta facendo di tutto per entrare in dialogo, anche se non vi è nulla di concreto. Al contempo, intellettuali e leader religiosi buddisti invitano al confronto e pure gli stessi militari non intendono intervenire in modo violento. Vi sono ancora speranze per mettere fine alle tensioni in modo pacifico".

Le proteste degli anti-governativi - un mix di esponenti della classe media, monarchici e abitanti delle zone a sud del Paese - sono le più imponenti dal 2010, quando il regno è stato sconvolto da una serie di manifestazioni concluse con un bagno di sangue e la morte di 90 civili. A innescare l'ultimo scontro una proposta di legge governativa sull'amnistia, che avrebbe (fra gli altri) concesso l'opportunità a Thaksin Shinawatra di rientrare dall'esilio. La proposta, respinta di recente dalla Camera alta del Parlamento (il Senato), ha fatto infuriare anche i sostenitori dell'esecutivo, perché avrebbe concesso il perdono ai responsabili dei massacri del 2010. 

 

 

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