31/07/2008, 00.00
ISRAELE
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Vaghe speranze per la pace con i palestinesi dopo l’uscita di scena di Olmert

di Joshua Lapide
Siria, Autorità Palestinese e Stati Uniti “sperano” che il cammino di pace continui. Ma all’interno di Israele la partita della successione a Olmert si prevede difficile.

Gerusalemme (AsiaNews) – Il primo ministro israeliano Ehud Olmert cercherà di giungere a un accordo di pace con l’Autorità Palestinese (AP) prima di concludere la sua carriera politica. È quanto afferma una fonte vicina al primo ministro.

Ieri Olmert ha annunciato che il 17 settembre prossimo non parteciperà alle primarie del suo partito, il Kadima, e che si dimetterà lasciando tempo al suo successore di formare un nuovo governo. Fino ad allora egli  manterrà la carica di primo ministro, lavorando per la pace coi palestinesi.

La notizia delle future dimissioni di Olmert ha spiazzato le diplomazie medio-orientali. Il premier israeliano era impegnato in un dialogo di pace con l’Autorità Palestinese e in modo indiretto con la Siria. Le sue dimissioni potrebbero portare a elezioni anticipate e alla possibile vittoria del “falco” Benjamin Netanyahu del partito avversario.

L’ambasciatore siriano all’Onu, Bashar Ja'afari, ha detto che “spera” che i dialoghi fra Tel Aviv e Damasco possano continuare anche senza Olmert. Lo stesso ha dichiarato Saeb Erakat, negoziatore dell’AP, precisando che i negoziati sarebbero continuati. La speranza è anche dalla parte degli Stati Uniti, principale sponsor di questi dialoghi.

Ma è possibile che nei prossimi mesi Olmert manchi del potere necessario a concludere qualunque dialogo o a prendere importanti decisioni.

Braccato da tempo da accuse di corruzione e da scandali che hanno implicato anche la sua famiglia, Ehud Olmert ha deciso ieri di concludere la sua carriera. Alla conferenza stampa di ieri egli ha ammesso di aver fatto degli “errori”, ma ha detto di non essere il mostro di corruzione che i media dipingono.

La sua successione al partito Kadima non si presenta facile. I due concorrenti sono Tzipi Livni, attuale ministro degli Esteri, e Shaul Mofaz, ministro dei Trasporti. Entrambi da tempo hanno preso le distanze da Olmert e dalla sua politica. La Livni non aveva mai appoggiato Olmert nella sua sfortunata guerra contro gli Hezbollah libanesi nel 2006; Mofaz è famoso per aver “predetto” che un attacco israeliano contro l’Iran è “inevitabile”.

Ad accrescere l’insicurezza, oltre alla lotta fra questi due, va aggiunto anche il desiderio di Ehud Barak, ex primo ministro del partito Labour, alleato del Kadima, di ritornare a capo del governo.

Benjamin Netanyahu, leader del Likud, il partito di opposizione, ha chiesto oggi elezioni anticipate, forte di alcuni sondaggi che lo danno come vincitore.

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