29/03/2016, 08.56
PAKISTAN
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Veglia di preghiera per i morti di Lahore e critiche al governo di Nawaz Sharif

di Shafique Khokhar

Per cristiani e musulmani della società civile, il governo predica soltanto contro il terrorismo, ma teme di perdere i voti degli estremisti musulmani. Solidarietà dei gruppi nelle donazioni di sangue per i feriti negli ospedali della città. Sit-in di estremisti islamici ad Islamabad per criticare l’impiccagione di Mumtaz Qadri, l’assassino di Salman Taseer. Timori per possibile uccisione di Asia Bibi. Occorre un impegno a eliminare il fondamentalismo dai libri di testo, dalle corti, dalle discussioni.

Lahore (AsiaNews) -  Sfidando la paura, centinaia di persone, cristiani e musulmani, si sono radunati ieri sera dall’entrata del Gulshan-i- Iqbal Park, a pochi passi da dove è avvenuto l’attentato di due giorni fa, per ricordare con una veglia a lume di candela gli oltre 70 morti e I 300 feriti. Molti di essi sono donne e bambini che giocavano nel parco. Sebbene i talebani della Tehreek-e-Taliban Pakistan, Jamaat ul Ahrar, abbiano rivendicato l’attacco dicendo che esso mirava ai cristiani, la polizia ha confermato la morte e il ferimento di molti musulmani.

I partecipanti al raduno di ieri sera hanno ricordato tutti coloro che hanno perso la vita e hanno lanciato slogan contro chi uccide, contro i loro sostenitori e finanziatori. Con forza hanno domandato al governo di non predicare soltanto contro il terrorismo, ma di compiere qualcosa di pratico per salvare la vita della gente.

Intervenendo al raduno, Abdullah Malik, presidente delle Associazioni della Società civile, ha detto di essere “profondamente colpito per la perdita di vite preziose”, e mentre ha espresso la “solidarietà verso le vittime e le loro famiglie”, ha sottolineato “il fallimento del governo e di coloro che sono responsabili della sicurezza” nel “fermare le attività terroriste” e la loro incapacità a “fermare coloro che sono coinvolti in modo diretto o indiretto”. “È tempo – ha aggiunto – che il governo mostri serietà e prenda provvedimenti contro la rete terrorista in modo immediate, senza alcuna discriminazione”.

Samson Salamat, presidente dell’organizzazione multi-religiosa Rwadari Tehreek, che promuove la pace e la tolleranza, ha denunciato la situazione del Paese dove “i nostri bambini sono privati del diritto al gioco e all’educazione perché manca loro sicurezza e vivono nella minaccia e nel terrore”. Subito dopo l’attentato al parco di Lahore, la Rwadari Tehreek ha lanciato un appello ai suoi membri e alla società civile per spingere cristiani e musulmani a donare il sangue per I feriti negli ospedali della città.

“Il troppo è troppo – ha detto Salamat – e noi chiediamo l’attenzione del governo, degli apparati statali e dei partiti politici di approntare una doppia strategia a breve e a lungo termine per contrastare la cultura dell’odio, dell’estremismo e della violenza in nome di una religione o setta. Domandiamo dei fatti nella pratica e non solo parole”.

Peter Jacob, direttore del Centro per la Giustizia sociale, parlando con AsiaNews, fa notare che I talebani, rivendicando l’attentato di Lahore, vogliono sfidare il governo nella sua pretesa di lottare contro l’estremismo. “La comunità cristiana – dice – è solo una vittime di questo banale conflitto di potere. L’attacco suicida al parco Gulshan-i- Iqbal concide con le manifestazioni a favore della blasfemia a Islamabad, che il governo non ha voluto affrontare”.

Da due giorni, centinaia di estremisti islamici stazionano davanti al parlamento di Islamabad, chiedendo l’applicazione della sharia e l’impiccagione di Asia Bibi, la madre cristiana condannata a morte per blasfemia, in attesa da cinque anni per un processo di appello. Il sit-in è iniziato a un mese dalla morte di Mumtaz Qadri, venerato come un eroe. Qadri è stato impiccato un mese fa per aver ucciso il governatore del Punjab, Salman Taseer, che voleva cambiare la legge sulla blasfemia e aiutare Asia Bibi. L’esercito ha aumentato la sicurezza alla prigione di Multan, dove si trova la donna, temendo tentative di assassinarla.

Sunil Malik, direttore della Fondazione per la pace e lo sviluppo umano, chiede un maggior intervento dei militari nella lotta al terrorismo, ma anche un impegno a sradicare il settarismo in tutte le sue forme: “nei testi scolastici, nelle prediche in moschea, nelle conversazioni da salotto”.

Per Joel Amir Sahotra, un politico cristiano, vi è una vera e propria “negligenza del governo” nel proteggere I gruppi di minoranze, dato che esso cerca “di mantenere il potere sostenendo gli elementi religiosi estremisti… Da parte loro, i giudici falliscono nel condannare gente coinvolta in attacchi terroristi. Governo e giudici sono sotto il controllo di gruppi religiosi: essi non compiono mai azioni contro questi elementi, nonostante si sappia che essi cospirano a colpire le minoranze religiose e per diffondere il settarismo”.

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