09/04/2008, 00.00
NEPAL
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Violenze e morti a Kathmandu alla vigilia del voto

Morti almeno 7 maoisti in scontri con la polizia. I maoisti denunciano violenze ingiustificate, ma fonti ufficiali li accusano di avere assalito candidati di altri partiti. Domani si elegge l’Assemblea costituente, sotto un rigido controllo della polizia e alla presenza di osservatori internazionali.

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – Il Partito comunista marxista (Pcm) denuncia che almeno 7 suoi militanti sono stati uccisi dalla polizia. Tra loro un candidato alle elezioni. Altri gruppi denunciano invece la violenza dei maoisti per intimidire i votanti e impedire la propaganda degli altri candidati, alla vigilia delle decisive elezioni di domani per i 601 seggi dell’Assemblea che approverà la nuova Costituzione repubblicana dopo 240 anni di monarchia.

Modraj Dotel, portavoce del ministero dell’Interno, conferma che “sono stati trovati 6 morti per uno scontro violento nel distretto Dang” di ieri notte. I maoisti accusano che un candidato del rivale Partito nepalese del Congresso ha ordinato alla polizia di sparar loro addosso, durante scontri con suoi sostenitori. Fonti ufficiali dicono invece che i maoisti hanno cercato di assalire il veicolo del politico. Un candidato del Partito comunista unificato marxista-leninista (Uml), alleato del Pcm, è morto in un altro scontro nel vicino distretto di Surkhet.

I maoisti denunciano, ancora, che oggi, durante una loro manifestazione di protesta, la polizia ha sparato e ucciso un militante.

Almeno 135mila poliziotti vigileranno sulla sicurezza del voto, che sarà monitorato da centinaia di osservatori di Nazioni Unite, Unione europea e altri organismi. C’è il timore che le violenze possano minarne la credibilità.

Dopo anni di guerriglia e oltre 13mila morti, soprattutto civili, i maoisti hanno accettato nel 2006 di deporre le armi e partecipare alla competizione elettorale e si sono uniti al governo provvisorio, ma non hanno smantellato il loro esercito e continuano a controllare parte del Paese. Una delle incognite è se accetteranno un’eventuale sconfitta elettorale, anche se il loro leader “Prachanda” Puspa Kamal Dahal ha ripetuto oggi che “rispetteremo il verdetto delle masse, qualunque sia. Non interromperemo il processo di pace. Collaboreremo con gli altri partiti”.

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