Una trentina di Paesi hanno firmato nella metropoli "normalizzata" dalla Cina un documento che istituisce l'IOMeD, un nuovo organismo internazionale voluto dalla Cina per le mediazioni dei conflitti. Simbolo di un multilateralismo su misura di Pechino, che ignora le sentenze delle Corti Onu a suo sfavore. Torna alla mente il monito dal carcere dell'avvocatessa Chow Hang-tung, sugli effetti ben oltre Hong Kong dello svuotamento di parole come diritti, democrazia e pace.
La riflessione di 150 delegati giunti da numerosi Paesi dell'Asia e dal resto del mondo nella capitale della Cambogia per l'ottavo Colloquio organizzato dal dicastero per il Dialogo interreligioso. Ricordato l'esempio di Maha Ghosananda, il venerabile maestro Theravada che fu vicino alle vittime del genocidio. "Attraverso l'amore, la giustizia e la solidarietà umana duratura costruiamo un mondo dove la pace sia più della semplice assenza di conflitto”.
Nel mirino il complesso tuttora abitato dai monaci e le proprietà circostanti. Al-Sisi assicura che la struttura verrà “preservata”, ma fra i cristiani regnano ira e sconcerto. I piani di esproprio avviati durante gli anni al potere dei Fratelli musulmani, sarà trasformato in museo. Arcivescovo Elpidoforo d’America: “Profonda preoccupazione e dolore”.
Prevost ha incontrato in Vaticano 300 rappresentanti di movimenti e associazioni dedite alla pace: "Generate speranza". Rilanciato l'evento Arena di Pace del 2024 con Bergoglio; simbolo fu l'abbraccio tra Maoz Inon, israeliano, e Aziz Abu Sarah, palestinese, presenti anche oggi. La via per la pace è "comunitaria", viene dai leader come "dal basso". Possibile quando le differenze sono "riconosciute, assunte, attraversate".
Durante una vasta operazione antiterrorismo nello Stato del Chhattisgarh, le forze di sicurezza indiane hanno eliminato 27 ribelli maoisti, tra cui Nambala Keshava Rao, guida del gruppo dal 2017. Un successo strategico per il governo Modi, che punta a debellare la minaccia entro il 2026. L’insurrezione, in declino da anni, appare sempre più isolata e priva di consenso tra le nuove generazioni tribali.
Le violenze sono in continuo aumento e coinvolgono sempre più giovani, anche delle scuole primarie. Finora si registra una reazione timida delle autorità, mentre i social contribuiscono a dare crescente visibilità al fenomeno. Alla base degli scontri vi sono anche “futili motivi”. Fra le cause la maggiore frustrazione e aggressività oggi durante l’età formativa.