31/05/2025, 11.30
PAKISTAN
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Faisalabad, minacce a pastore cristiano: farai la fine di Gojra

di Shafique Khokhar

Nel mirino il pastore Victor George, minacciato da un vicino di nome Muhammad Naseer. La sua colpa è di aver pregato in casa con la famiglia. Ad AsiaNews confessa: “profondamente addolorato per la mia famiglia”. Attivisti contro i “crimini di odio” perpetrati contro le minoranze sfruttando “le leggi sulla blasfemia”. 

 

Faisalabad (AsiaNews) - Un nuovo caso di minacce e intimidazioni ai danni di cristiani è avvenuto nei giorni scorsi nella cittadina di Haq Bahu a Faisalabad. Il pastore Victor George è stato minacciato nella sua casa da un abitante della zona, chiamato Muhammad Naseer, per aver offerto preghiere con la sua famiglia il pomeriggio del 25 maggio scorso a Malkhanwala Road, nella cittadina della provincia del Punjab. L’uomo si è rivolto ai fedeli intimando loro di smetterla di pregare, altrimenti avrebbero subito “conseguenze” simili alla tragedia di Gojra del 2009.  

Il riferimento è alle terribili violenze contro i cristiani in un villaggio del Punjab per mano di estremisti islamici, uno dei momenti più bui della storia recente del Paese in tema di abusi e persecuzioni verso la minoranza religiosa. Una minaccia che ha contribuito ad alimentare la paura fra la comunità cristiana locale e che solleva più di una perplessità (e preoccupazione) in tema di libertà religiosa e, più in generale, sulla sicurezza. Da quel giorno, infatti, i cristiani non sono autorizzati a praticare il loro culto e vivono fra minacce e paura.

Interpellato da AsiaNews il pastore George racconta che l’incidente ha “profondamente addolorato la mia famiglia, soprattutto i miei figli, che ora vivono nella paura e mi chiedono di trasferirmi in un luogo più sicuro”. “Le mie figlie si chiedono perché - prosegue - ci sia stato detto di smettere di pregare a casa nostra e se non dovremmo spostare i nostri incontri settimanali di preghiera in una chiesa. Non ho parole per spiegare questa ostilità”. L’attivista cristiano Naseem Anthony punta il dito contro la “persistente incapacità di affrontare con prudenza i crimini d’odio contro minoranze religiose” che alimenta gli abusi di quanti “sfruttano le leggi sulla blasfemia per risolvere controversie personali”. “Tale abuso - accusa - non solo mina la giustizia, ma pone anche comunità già emarginate come i cristiani in costante pericolo di violenza di gruppo e di esclusione sociale”. 

Tornando all’ultimo episodio, fonti locali riferiscono che alle 8 del 25 maggio il leader protestante, residente in Street No. 1 nella città di Haq Bahu, era impegnato in una sessione di preghiera di routine con i suoi familiari. Il culto, tenuto nei locali della loro cappella domestica, è continuato fino alle 9.30 e costituisce una parte regolare della loro pratica spirituale settimanale, offrendo alla famiglia un momento di riflessione pacifica e di osservanza religiosa. 

Tuttavia, nel pomeriggio dello stesso giorno attorno alle 4 Muhammad Naseer - un abitante della stessa strada con una storia di ostilità personale nei confronti della famiglia Victor - si è avvicinato e ha iniziato a fare commenti aggressivi e minacciosi. Sebbene Naseer abbia molestato la famiglia in diverse occasioni in passato, l’ultimo caso ha segnato un’escalation preoccupante. Egli ha abusato verbalmente della famiglia alla presenza di donne e bambini, lanciando una grave minaccia: basta con le preghiere, altrimenti si troveranno ad affrontare conseguenze simili alla tragedia di Gojra del 2009, un episodio di violenza di estremisti islamici contro la comunità cristiana nel Punjab.

Commenti giudicati profondamente offensivi, oltre a rappresentare un incitamento diretto alla violenza e che ha innescato un clima di paura e ansia diffusa fra le numerose famiglie cristiane del quartiere che hanno manifestato profonda preoccupazione per la loro sicurezza. Molti si sentono intimiditi e non sicuri nel praticare la loro fede, anche nella privacy delle loro case. Attivisti e movimenti pro diritti parlano di “incidente inquietante” che rappresenta una “grave violazione” della libertà religiosa e specchio della “continua vulnerabilità” delle comunità minoritarie dell’area.

Le famiglie colpite esortano le autorità locali e le forze dell'ordine a intraprendere un’azione rapida e decisiva contro Muhammad Naseer per le sue ripetute minacce, il linguaggio offensivo e l’incitamento alla violenza. Chiedono inoltre un adeguato dispositivo di sicurezza per garantire la protezione del loro diritto costituzionale di praticare liberamente il culto. Un intervento immediato, affermano, è fondamentale “per scongiurare un’ulteriore escalation e per ripristinare un senso di pace, giustizia e dignità” per i residenti della città di HaqBahu.

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