Non solo gli articoli ma anche i post sui social network sempre più spesso nel mirino della legge che punisce gli "oltraggi ai funzionari dello Stato", approvata dal Parlamento dominato dal Sogno Georgiano. Secondo molti commentatori potrebbe essere la premessa alla totale chiusura di Facebook nel Paese.
Zurab Džaparidze, uno dei leader della “Coalizione per i cambiamenti” che si oppone al regime del Sogno Georgiano, è stato arrestato per non aver pagato una multa comminatagli per la mancata comparizione davanti a una commissione di inchiesta del parlamento da lui ritenuto "illegittimo" per i brogli nelle elezioni. "Se la gente si rifiutasse di vivere nella menzogna, il regime crollerebbe all’istante”, ha dichiarato.
Il governo di Kobakhidze evita di menzionare i russi nella ricorrenza dell'anniversario della dura repressione sovietica. L'accusa dell'ex presidente Zurabišvili: "il massacro non fu compiuto da anonime forze straniere". Al Memoriale delle vittime la manifestazione dei parenti dei dimostranti arrestati nei mesi scorsi durante i cortei filo-europei.
La visita di Iraklij Kobakhidze nella capitale uzbeka è stata l’occasione per rafforzare i progetti di cooperazione tra i due Paesi. Obiettivo: portare rapidamente al valore di un miliardo di dollari il volume degli scambi.
Da oltre due mesi Tbilisi protesta contro le elezioni manipolate dal Sogno Georgiano e la repressione si fa sempre più dura. Le testimonianze di ci è finito dietro le sbarre raccolte da Ekho Kavkaza: "Anche tra i poliziotti molti non sono contenti di quanto sta avvenendo nel nostro Paese”.
Il 29 dicembre scade il mandato della presidente Salome Zurabišvili che sostiene le proteste popolari che continuano da tre settimane contro i brogli nelle elezioni vinte dal Sogno Georgiano, che ha "congelato" il progetto di integrazione europea. Chiede entro quella data la convocazione di nuove elezioni, mentre il premier Iraklij Kobakhidze minaccia di aprire una procedura penale nei suoi confronti.