In vista delle elezioni del 2026 l'unico Paese dell'Asia Centrale a non avere una dinastia irremovibile al potere discute di una nuova modifica del sistema di voto. A ogni elettore verrebbe data la possibilità di scegliere tre candidati nel proprio collegio per far "votare per le persone e non per i partiti".
Dal Kazakistan al Tagikistan in tutta la regione sono state adottate procedure per mutare la scrittura del cognome eliminando le forme del patronimico imposte durante la dominazione zarista e sovietica, per recuperare le radici turaniche o di altre etnie. Sono però solo poche personalità ad aver fatto questo passo, avvertito da molti come una complicazione inutile.
Con le porte sempre più chiuse in Russia molti lavoratori dalla regione sono partiti per la Corea del Sud. Ma aumentano anche i centroasiatici che cercano prospettive nei Paesi occidentali, finendo spesso vittime di sfruttatori senza scrupoli. La Turchia come meta intermedia dove si fermano qualche anno sperando poi di poter raggiungere l'Europa o l'America.
Per ridurre i prestiti dall'estero il Kirghizistan ha intenzione di raccogliere dalla popolazione oltre 1,1 miliardi di dollari. Mentre il suo bilancio viene periodicamente rifinanziato con enormi somme, ricavate in seguito alle campagne di lotta alla corruzione.
Dopo lunghe discussioni il Žogorku Keneš ha approvato in prima lettura il provvedimento che in nome della lotta all'estremismo ha suscitato non poche perplessità dentro le comunità religiose. Tra le novità il divieto ai missionari di ogni confessione di girare per le case a predicare secondo la propria ispirazione. E negli istituti di formazione religiosa non potranno essere accettati studenti che non abbiano concluso le 11 classi della scuola dell'obbligo.
Dal Tagikistan al Kirghizistan ex politici di primo piano a processo con l'accusa di alto tradimento solo perché identificati come possibili alternative alle successioni "dinastiche". Mentre in Kazakistan alla sbarra c'è un gruppo che avrebbe "minacciosamente" pianificato di assaltare il palazzo presidenziale con un trattore e un cannone caricato con frammenti di patate.