22/02/2021, 09.09
MYANMAR
Invia ad un amico

Sciopero generale contro il colpo di Stato. Almeno 4 morti

di Francis Khoo Thwe

Centinaia di migliaia di persone a Yangon, Mandalay e altre città. Ieri altre manifestazioni anche a Myitkyina, Monywa, Pagan, Dawei, Myeik, Lashio. Preti, suore, fedeli cristiani hanno manifestato a Yangon, Mandalay, Taunggu, Loikaw, Kengtung. Anche Singapore condanna la violenza e domanda il ritorno alla democrazia.

Yangon (AsiaNews) – Uno sciopero generale è in corso in tutto il Myanmar, con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone di ogni settore sociale: negozi, banche, uffici, scuole, università. Gli slogan sono comuni dal sud al nord. “Basta con la dittatura militare” e “Liberate Aung San Suu Kyi”.

La fiumana di persone continua a manifestare nonostante la messa in guardia della giunta che alla radio statale ha avvertito che i giovani, incitati a scendere in strada, rischiano “di perdere la vita”.

A tre settimane dal colpo di Stato militare, la giunta si trova davanti una resistenza mai vista. Viva via che le minacce e le violenze dei soldati aumentano, aumentano pure le manifestazioni.

Due giorni fa a Naypyidaw si sono tenuti i funerali della prima “martire” della rivolta, Mya Thwate Thwate Khaing, ferita da un proiettile letale durante una delle prime manifestazioni.

Lo stesso giorno si sono tenute manifestazioni in molte città, in particolare a Mandalay. Qui, secondo diverse testimonianze, in una manifestazione sono state colpite due persone con proiettili letali. Anche un ragazzo di 16 anni è morto. Diverse fonti locali parlano di centinaia di feriti.

A Yangon, un uomo di 30 anni è stato ucciso mentre pattugliava il suo quartiere per evitare gli arresti notturni degli oppositori al regime. La televisione di Stato ha detto che la sua morte è avvenuta dopo che 20 persone hanno attaccato un veicolo della polizia, che ha sparato colpi per disperdere gli assalitori.

Nonostante l’escalation della violenza delle forze armate, l’opposizione al regime non si ferma. Ieri vi sono state manifestazioni in tutto il Paese: a Myitkyina, nello Stato Kachin, si è tenuta una commemorazione in memoria dei morti di Mandalay; altre migliaia di persone hanno marciato per le strade di Monywa e Pagan, a Dawei e Myeik, a Lashio e a Yangon. Anche molti cristiani, compresi preti e suore hanno manifestato a Yangon, dove hanno partecipato almeno 1000 fedeli; a Mandalay, a Taunggu, Loikaw, Kengtung.

Cresce anche la voce della comunità internazionale nel condannare la violenza dell’esercito e nel domandare il ritorno alla democrazia. Ai Paesi democratici e occidentali in genere, si sono aggiunti anche il Giappone e Singapore: quest’ultimo aveva tenuto finora una posizione molto pragmatica ed equidistante. Singapore è il maggiore investitore straniero in Myanmar. Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha dichiarato che la forza letale usata dall’esercito è inaccettabile.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Yangon, prima vittima del golpe. Sanzioni per i generali
20/02/2021 08:00
Yangon, strade bloccate dai dimostranti. Crescono le accuse contro Aung San Suu Kyi
17/02/2021 11:33
Naypyidaw: Le proteste minano la stabilità e creano paura
16/02/2021 13:21
Yangon, cresce la repressione; non si ferma la resistenza
15/02/2021 11:42
Yangon: Questo popolo merita rispetto e sostegno
14/02/2021 09:23


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”