Marcos firma una nuova legge contro la piaga del gioco d’azzardo off-shore
In vigore la “Anti-Pogo Act of 2025” che cancella le disposizione della precedente norma sulla tassazione del gioco. Il governo vuole privilegiare “la protezione della vita e del benessere generali”, oltre a sostenere “la dignità della persona”. Previsto il carcere e multe con pene progressive. Anche la Chiesa auspica da tempo una lotta a tutto campo contro la piaga del gioco.
Manila (AsiaNews) - I vertici delle Filippine proseguono la lotta a tutto campo contro il gioco d’azzardo illegale, una piaga sociale ed economica già nel mirino da tempo della Chiesa locale: il 23 ottobre scorso, infatti, il presidente Ferdinand R. Marcos Jr. ha firmato la cosiddetta “Anti-Pogo Act of 2025” (legge della Repubblica 12312), che vieta i tanto discussi Philippine Offshore Gaming Operators (Pogo), centri autorizzati per il gioco on-line offshore destinato ai clienti stranieri. Una norma che cancella, ribaltandone il contenuto, una precedente “Legge sulla tassazione delle operazioni di gioco d’azzardo offshore filippine” (Legge della Repubblica 11590), che imponeva tasse sia su licenze di gioco d’azzardo offshore che sui fornitori di servizi operanti sul territorio.
Nello specifico, la nuova legge dispone che lo Stato “riconosce che il mantenimento della pace e dell’ordine, la protezione della vita, della libertà e della proprietà e la promozione del benessere generale sono fondamentali per il godimento significativo della democrazia”. Esso, inoltre, “valorizza allo stesso modo la dignità di ogni persona” e “garantisce il pieno rispetto dei diritti umani”. Il Senato delle Filippine ha approvato la legge il 9 giugno 2025, seguito dalla Camera dei Rappresentanti che ha dato il via libera due giorni più tardi, l’11 giugno scorso.
Nel novembre 2024 Marcos aveva emesso il decreto esecutivo n. 74, che imponeva un divieto immediato del gioco d’azzardo offshore e su internet, menzionando i rischi rappresentati dalle operazioni Pogo nelle Filippine. Il documento pubblicato dal presidente si sottolineava che “lo Stato ha il dovere fondamentale di salvaguardare la sicurezza nazionale, mantenere l’ordine pubblico, difendere lo Stato di diritto, proteggere la sicurezza dei suoi cittadini e garantire l'integrità del tessuto sociale della nazione”.
Durante il discorso sullo stato della nazione del 22 luglio 2024, lo stesso Marcos aveva confermato la lotta a tutto campo contro i Pogo a seguito di segnalazioni di crimini, traffico di esseri umani e torture legati ai centri. Da qui l’auspicio che la nuova norma possa risolvere molti dei problemi rimasti tuttora irrisolti. Nello specifico, chi viola la legge per la prima volta rischia da sei a otto anni di carcere e una multa compresa tra 300mila e 15 milioni di pesos filippini (fino a 220mila euro circa). Chi viola la legge per la seconda volta rischia da otto anni e 1 giorno a 10 anni di carcere e una multa compresa tra 15 e 30 milioni di pesos filippini. Se si infrange per la terza volta, si rischia da 10 anni e 1 giorno a 12 anni e una multa compresa tra 30 e 50 milioni di pesos filippini.
La pena più severa per il reato sarà inflitta se l’autore è un funzionario o un dipendente pubblico. Se straniero, il responsabile viene rimpatriato immediatamente dopo aver scontato la pena e non potrà mai più tornare nelle Filippine.
I senatori Win Gatchalian e Risa Hontiveros sono gli autori del disegno di legge. Dopo aver firmato il disegno di legge la senatrice Hontiveros, presidente della Commissione per le donne, i bambini, le relazioni familiari e l’uguaglianza di genere, ha espresso la propria soddisfazione. “Un sincero ringraziamento alle agenzie governative e agli informatori che sono stati nostri partner nell’inchiesta approfondita sui Pogos. Sono anche molto grata - ha aggiunto - al mio collega Pogo-buster, il senatore Win Gatchalian, per aver guidato l’iter di questo disegno di legge”.
Anche Leila M. de Lima, membro della Camera dei Rappresentanti e attivista per i diritti umani, ha accolto con favore l’approvazione della “Legge Anti-Pogo 2025”. “Il governo - spiega - dovrebbe garantire lo sgombero di tutti i Pogo rimasti nel Paese, compresi quelli che continuano a operare sotto altre forme” ma che rimangono comunque centri illegali. “Dobbiamo garantire - conclude - la rigorosa applicazione di questa legge in modo che non possa essere aggirata da coloro che hanno interessi egoistici, soprattutto nelle future amministrazioni”.
In passato la Conferenza episcopale filippina (Cbcp) aveva espresso preoccupazione per la presenza diffusa di Pogo e di altre attività legate al gioco d’azzardo nell’arcipelago, poiché causa di gravi danni alle persone e con costi sociali ed emotivi, soprattutto per le comunità povere e vulnerabili. A giugno e luglio, i vescovi hanno pubblicato una lettera pastorale, letta in tutte le chiese del Paese, riguardante i Pogos e le attività di gioco d’azzardo online promosse dal governo. Sebbene ora siano vietati, altre attività di gambling “legali” e approvate dallo Stato continuano. Una delle voci maggiormente critiche in materia è quella del cardinale Pablo Virgilio S. David, presidente della Conferenza episcopale e vescovo di Caloocan.
08/07/2024 13:56




