16/07/2012, 00.00
EMIRATI ARABI UNITI
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Abu Dhabi risponde alle minacce iraniane con l'oleodotto che evita lo stretto di Hormuz

La struttura collega i pozzi di Abu Dhabi all'emirato di Fujairah, sull'Oceano Indiano. Essa ha già trasportato 500mila barili di petrolio destinati a una raffineria pakistana. La sua capacità totale è di 1,5 milioni di barili al giorno. Teheran definisce l'oleodotto una mera propaganda degli stati occidentali per sminuire l'importanza dello stretto di Hormuz.

Abu Dhabi (AsiaNews/ Agenzie) -  Gli Emirati Arabi Uniti inaugurano un importante oleodotto che aggira lo stretto di Hormuz, passaggio obbligato per circa 1/5 delle esportazioni di petrolio mondiali controllato dall'Iran. Secondo gli esperti, la mossa di Abu Dhabi è una risposta alle minacce di Tehran su un imminente chiusura dello stretto. Lungo circa 380 chilometri, l'oleodotto collega i pozzi petroliferi di Abu Dhabi con lo sceiccato di Fujairah al confine con l'Oman e consentirà al Paese membro dell'Opec di esportare 1,5 milioni di barili al giorno, ma in periodi limitati pOTRà giungere fino a 1,8 milioni. Inaugurato ieri, la struttura ha già trasportato una partita di 500mila barili destinati a una raffineria pakistana.

La notizia ha scatenato dure critiche in Iran. Ieri Mohammed - Hassan Asferi, parlamentare iraniano, ha dichiarato che l'oleodotto ha una capacità troppo limitata e lo stretto di Hormuz resterà comunque una tappa obbligata per chi vuole esportare petrolio al di fuori del golfo persico. Egli  ha definito il progetto  "una propaganda politica guidata dai paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, che mirano a ridurre l'importanza strategica dello stretto".

Khadem al-Quabaisi, direttore dell'International Petroleum Investement co. (Ipic), società controlla da Abu Dhabi, afferma che l'impianto è costato circa 4,2 miliardi di dollari e la società ha in programma di aprire in futuro una raffineria nella città di Fujairah con una capacità di lavorazione di circa 250mila barili al giorno. Il greggio raffinato sarà destinato al mercato locale e straniero. Secondo Bin Dhaen al-Hamli, ministro del petrolio degli Emirati Arabi, l'oleodotto consentirà alle compagnie di utilizzare navi petroliere di grandi dimensioni, come i Vlcc (Very Large Crude Carger) in grado di trasportare fino a 2 milioni di barili. Ciò ridurrà in modo sensibile il traffico nello stretto di Hormuz, dove è consentito il passaggio di navi con carichi non superiori a 1 milione di barili.  

Gli Emirati Arabi Uniti sono il quinto Paese produttore dell'Opec e insieme all'Oman sono l'unico Stato che del Golfo persico con uno sbocco sull'Oceano Indiano. In questi mesi la tensione fra Iran, Paesi del Golfo e Stati Uniti è cresciuta. Teheran che controlla parte dello stretto ha più volte minacciato la sua chiusura in risposta alle sanzioni economiche imposte da Europa e Usa per punire il suo programma nucleare. A tutt'oggi la zona è pattugliata da navi da guerra iraniane e statunitensi.    

 

 

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