17/07/2025, 13.25
LIBANO - SIRIA - ISRAELE
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Al-Suwayda conta i morti della battaglia fra esercito e drusi. Preoccupazione in Libano

di Fady Noun

I combattimenti sono cessati grazie soprattutto all’intervento del segretario di Stato americano Rubio. Il presidente siriano ad interim ha “trasferito” la responsabilità del mantenimento della sicurezza ai drusi. E ha ribadito di voler evitare una “guerra aperta” con Israele. Bilancio provvisorio dei combattimenti: 350 morti. Joumblatt: “Israele non ha protetti, ma solo strumenti”.

Beirut (AsiaNews) - Dopo quattro giorni di violenti scontri tra truppe regolari siriane - coadiuvate da gruppi estremisti sunniti, e i combattenti drusi - è tornata la calma al-Suwayda, capoluogo dell'omonima provincia. Fonti locali riferiscono che dalla zona si sono ritirati sia l’esercito governativo, che la maggior parte delle forze agli ordini del ministero degli Interni di Damasco. Intanto la città si è svegliata contando i suoi morti: almeno 350, secondo un conteggio ancora provvisorio mentre il cessate il fuoco, concordato ieri e al quale la popolazione sembra fare affidamento, sta resistendo seppur fra molte incertezze. Interpellato al telefono da AsiaNews un familiare di una madre armena che vive ad al-Suwayda racconta che “rintanata da diversi giorni nelle proprie case, assediata da spari ed esplosioni, la popolazione sta iniziando a uscire, con cautela, in cerca di provviste”.

Intanto si segnalano distruzioni e saccheggi. Immagini online mostrano la principale via commerciale nel centro della città, con un negozio in fiamme. “Hanno saccheggiato anche i negozi di oro”, dice Wissam, volontario di un’organizzazione paramedica, dall’ospedale nazionale di al-Suwayda, dove è un paziente “tra i 300 feriti”.

Secondo quanto riportato da L’Orient-Le Jour (LOJ), una granata si è abbattuta sulla sua casa, causandogli una leggera ferita al piede. “Siamo onesti, ci sono gruppi di aggressori - denuncia - che ci hanno trattato con rispetto, ma ci sono anche terroristi e mercenari che ci attaccano per la nostra identità (drusa)”. Intere zone della città e dei villaggi circostanti sono state svuotate dei loro abitanti durante i combattimenti, riferiscono fonti locali. La popolazione si è diretta verso zone indenni, come la città di Salkhad, a 35 km di distanza. Ieri è iniziato un timido movimento di ritorno. Gli uomini stanno rientrando per ispezionare i danni, prima di riportare le famiglie.

Forze di sicurezza druse

La calma non è tornata ad al-Suwayda da sola, ma dopo l’intervento dell’esercito israeliano a fianco dei ribelli drusi. Ieri il presidente siriano Ahmad al-Sharaa ha annunciato il trasferimento della responsabilità del mantenimento della sicurezza alle “fazioni locali e agli sceicchi” drusi. “Abbiamo deciso - ha sottolineato il leader ad interim siriano - che le fazioni locali e i saggi sceicchi si assumeranno la responsabilità di mantenere la sicurezza”.

Al-Sharaa ha poi fatto riferimento alla “necessità di evitare di sprofondare in un’altra guerra su larga scala” dopo quattro giorni di violenze. “Avevamo due opzioni:  una guerra aperta - ha aggiunto - con l’entità israeliana a spese del nostro popolo druso, della sua sicurezza e della stabilità della Siria e della regione nel suo complesso, oppure dare agli anziani drusi e agli sceicchi la possibilità di rinsavire e dare priorità all’interesse nazionale”. Nel suo discorso, il presidente ha promesso di “chiamare a rispondere” i responsabili dei flagranti abusi commessi durante i combattimenti, come alcune esecuzioni sommarie riportate dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh). “Lo Stato siriano è intervenuto - ha avvertito - per porre fine agli scontri tra gruppi armati ad al-Suwayda e nelle regioni limitrofe”.

“Salvare la regione”

Al-Sharaa ha proseguito accusando Israele di aver “fatto ricorso a bersagli su larga scala di installazioni civili e governative per minare questi sforzi. Ciò ha portato a una significativa complicazione della situazione e ha spinto la vicenda verso un’escalation su larga scala, fatto salvo l’efficace intervento della mediazione americana, araba e turca, che hanno salvato la regione da un destino sconosciuto”. Il leader siriano non ha specificato quali Paesi arabi fossero coinvolti nella mediazione, ma è noto che ieri il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato “un accordo su misure specifiche che porranno fine a questa situazione preoccupante e terrificante” in Siria. Sempre ieri l’esercito dello Stato ebraico ha effettuato attacchi contro il quartier generale dell’esercito a Damasco e contro un “obiettivo militare” nella zona del palazzo presidenziale. Le autorità siriane hanno riferito di tre morti, con i bombardamenti che hanno preso di mira anche “l’area intorno all'aeroporto militare di Mazzé”, nei pressi della capitale. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Sana, altri raid hanno preso di mira al-Suwayda e l’autostrada Damasco-Deraa.

Beirut: sfiducia e preoccupazione

La vicenda ha acuito la sfiducia tra la comunità drusa e il governo islamista siriano. “Non ci facciamo illusioni su questo argomento” afferma Salah Takieddine, segretario generale dell’Ordine degli editori libanese. Israele vuole evitare che le truppe regolari siriane si insedino sul suo fianco. Difendere i drusi - avverte - è l’ultima delle sue preoccupazioni”.

Una riunione dei parlamentari della comunità drusa si è tenuta oggi alle 11 presso il ministero libanese della Difesa, con l’obiettivo di coordinare gli sforzi per calmare la situazione. La strada per Damasco, che centinaia di drusi hanno tagliato il 15 luglio scorso in risposta a un appello dell’ex ministro Wi’am Wahab attaccando i veicoli con targa siriana, è ora sorvegliata dall’esercito lungo tutte le regioni a prevalenza drusa con cui confina. In alcuni villaggi, ai rifugiati e ai lavoratori siriani è stato consigliato di non viaggiare di notte.

“Ci appelliamo alla coscienza del mondo [...]. Ciò che questo regime [di Ahmad al-Sharaa] sta facendo non è coperto da alcuna legge. Rifiutiamo l’aggressione, sia che provenga da noi sia che ci prenda di mira. Viviamo con dignità e moriamo con dignità” ha dichiarato uno degli anziani della comunità, lo sceicco Anwar el-Sayegh, in occasione di una grande manifestazione a Charoun (distretto di Aley), a cui hanno partecipato tutti i partiti drusi. Un comunicato stampa diffuso al termine dell’incontro ha sottolineato “l’unità del destino della comunità drusa, sia in Libano che in Siria o in Palestina”. Un lucido Walid Joumblatt avrebbe detto ai drusi siriani che Israele “non ha protetti, ma solo strumenti”.

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