29/01/2021, 08.55
RUSSIA
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Aleksej Naval’nyj a processo, continuano le repressioni

di Vladimir Rozanskij

Ieri sera la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento della moglie Julia e ha arrestato l’attivista Ilja Pakhomov. Per far sgombrare i giornalisti davanti alla porta di casa, i poliziotti ne hanno fatto cadere alcuni dalle scale. In carcere anche il fratello di Naval’nyj, Oleg.  Arresti anche a Novosibirsk, Vladivostok, Krasnojarsk, Khabarovsk. Tre partiti di opposizione si uniscono in funzione delle elezioni a settembre.

Mosca (AsiaNews) - Dal carcere moscovita Matrosskaja Tishina, dov’è detenuto ormai da una settimana, Aleksej Naval’nyj è intervenuto ieri in video al processo per direttissima nei suoi confronti. Nel suo intervento, Naval’nyj ha protestato dicendo che “tutto questo è una grande violazione della legge. Vostro onore, ha letto i verbali della seduta del tribunale in questura a Khimki? Perché viene proprio da ridere a crepapelle guardando al sistema giuridico moscovita, non è possibile che sia stato redatto da persone con una formazione giuridica… ormai mi sono abituato al fatto che una quantità enorme di leggi a me non vengano applicate. (…) È una illegalità dimostrativa, fatta per spaventare tutta la popolazione. Ma non durerà in eterno, non riuscirete a spaventare per sempre decine di milioni di persone… la verità è dalla nostra parte”.

In tutta la Russia continuano intanto gli arresti e i processi sommari ai partecipanti della dimostrazione dello scorso 23 gennaio (foto 1), in attesa delle proteste che verranno organizzate il 31 gennaio. Lo schema che si vuole seguire è quello delle proteste bielorusse dell’anno scorso.

Le repressioni sono più intense nelle tante città siberiane in cui Naval’nyj ha molti sostenitori. La polizia di Novosibirsk ha arrestato un deputato indipendente, Anton Kartavin, insieme al suo collaboratore Ilja Pukhovskij, prelevati da poliziotti che si sono perfino rifiutati di mostrare la tessera di riconoscimento, come hanno comunicato dallo staff locale del movimento di Naval’nyj. Nella stessa città è stato arrestato un ex-deputato della Duma centrale, Arkadij Jankovskij, come da lui stesso comunicato sulla sua pagina Facebook.

A Vladivostok, sulle rive del Pacifico, ieri mattina presto, sono iniziati gli arresti di massa dei sostenitori di Naval’nyj. Attualmente una decina di persone si trova in carcere, come racconta il sito Sibir.Realii. Molti altri sono stati trattenuti in questura per otto ore senza cibo né acqua, e poi rilasciati con verbali di infrazioni inventate: violazione delle norme anti-Covid; attraversamento della strada fuori dalle strisce pedonali; ecc.

In Buriazia, regione mongola della Russia siberiana, è stato arrestato il blogger Dmitrij Bairov, scomparso per ore prima di essere trovato in una sede della polizia; il suo avvocato intende fare causa per rapimento. Bairov è molto noto anche al di fuori della regione asiatica, per le sue inchieste e la trasmissione on-line delle proteste a Ulan-Ude dello scorso 23 settembre, seguita da moltissime persone.

Altri arresti sono segnalati a Krasnojarsk e a Khabarovsk, la città dell’estremo oriente in cui da un anno la popolazione chiede la liberazione del governatore arrestato, Sergej Furgal. Qui è stato arrestato anche un sacerdote ortodosso, padre Andrej Vinarskij, che aveva partecipato al meeting di protesta, insieme ad alcuni giornalisti locali.

Ieri sera a Mosca, i poliziotti hanno fatto irruzione nell’appartamento dove abita lo stesso Naval’nyj (foto 2), e dove si trova la moglie Julia, e anche in quello di Oleg Naval’nyj, fratello del leader dell’opposizione. Julia Naval’naja ha urlato attraverso la porta che non avrebbe aperto finché non fosse arrivato il suo avvocato, Veronika Poljakova, alla quale i poliziotti hanno impedito di entrare. Essi hanno sfondato la porta e arrestato l’attivista Ilja Pakhomov, che si trovava nell’appartamento (foto 3). I poliziotti hanno effettuato una perquisizione molto invasiva, rimanendo dentro fino a notte fonda e requisendo telefoni e ogni mezzo di comunicazione. Anche il fratello di Naval’nyj è stato portato in questura. Per far sgombrare i giornalisti davanti alla porta di casa, i poliziotti ne hanno fatto cadere alcuni dalle scale. Oleg Naval’nyj è stato rinchiuso in cella con accuse generiche.

Le proteste in difesa di Naval’nyj stanno portando a conseguenze politiche significative: ieri è stata annunciata l’unificazione di tre partiti russi di sinistra, Russia giusta di Sergej Mironov, Per la verità di Zakhar Prilepin e Patrioti di Russia di Gennadij Semigin (foto 4). Non si tratta di sostenitori di Naval’nyj, ma di oppositori finora solo apparenti del regime putiniano, che ora sembrano voler portare avanti una politica alternativa. Nel “manifesto di unificazione” presentato a Mosca, al Museo di storia moderna, i tre leader hanno sottoscritto un programma di “12 principi di verità, patriottismo e giustizia”, con i quali intendono proporsi alle prossime elezioni parlamentari in settembre quest’anno.

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