03/12/2025, 12.31
ASIA SUD-EST
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Alluvioni e cambiamenti climatici: emergenza anche sulle polizze assicurative

Il bilancio dei morti delle inondazioni delle ultime settimane è salito a oltre 1.300 persone, mentre solo in Indonesia si contano 1,2 milioni di sfollati. Si allarga sempre più il divario nelle coperture assicurative mentre gli esperti sottolineano che eventi estremi sempre più frequenti rischiano di rendere insostenibili gli attuali modelli. Le compagnie si preparano a escludere alcuni rischi naturali, mentre la maggior parte dei danni nei Paesi in via di sviluppo rimane non assicurata.

Jakarta (AsiaNews) - Le devastanti alluvioni che nelle ultime settimane hanno ucciso più di mille persone nel sud-est asiatico hanno messo in luce anche la necessità di nuovi modelli di coperture assicurative. Secondo un think tank indonesiano, il Centro di studi economici e giuridici (CELIOS) i danni stimati alla sola economia di Jakarta ammonteranno a 4 miliardi di dollari, mentre alcune società di investimento private thailandesi hanno calcolato i danni economici tra i 360 e i 740 milioni di dollari, di cui 16 milioni di dollari nella sola provincia di Hat Yai, tra le regioni più colpite.

Nel frattempo il bilancio dei morti continua a salire: oltre 1.300 persone sono morte in Indonesia, Thailandia e Sri Lanka, mentre i soccorritori sono ancora alla ricerca di centinaia di dispersi. Solo nell'isola di Sumatra, in Indonesia, per esempio, le autorità locali hanno rivisto il bilancio, segnalando 712 morti e oltre 500 dispersi. Oltre 1,2 milioni di indonesiano sono stati sfollati. In Sri Lanka, il bilancio delle vittime ieri sera era di 465, mentre le autorità thailandesi hanno segnalato 176 morti.

L’entità delle richieste di risarcimento ha sollevato preoccupazioni in tutta la regione. Considerato che eventi di questo genere saranno sempre più frequenti e intensi, i pagamenti assicurativi sono probabilmente destinati ad aumentare e le compagnie assicurative tenderanno a rivedere le coperture per escludere alcuni pericoli naturali.

Secondo Kenrick Law, presidente della Singapore Reinsurers’ Association interpellato da Nikkei Asia, dopo che saranno pervenute tutte le richieste di risarcimento per danni, “l’entità reale delle perdite rivelerà probabilmente un divario di protezione, con molte parti interessate impossibilitate a presentare richieste di risarcimento semplicemente perché prive di copertura”. Si tratta di un problema da tempo evidenziato da alcuni esperti: per la Banca mondiale, oltre il 90% delle perdite dovute a calamità naturali nei Paesi in via di sviluppo non sia assicurato, creando, secondo altre stime, un divario di quasi 2mila miliardi di dollari.

Per superare questo modello, bisognerebbe innanzitutto considerare gli eventi climatici estremi come “fattori di rischio strutturali”, secondo Budi Herawan, presidente della General Insurance Association of Indonesia (AAUI). “L’obiettivo è garantire che le polizze future riflettano una segmentazione del rischio più precisa, requisiti più rigorosi di preparazione alle catastrofi per gli assicurati e una collaborazione continua con i governi in materia di mitigazione del rischio e di finanziamenti per le catastrofi”, ha aggiunto.

L’Indonesia è stato uno dei Paesi più colpiti dalle alluvioni: l’autorità locale per la gestione delle catastrofi ha riferito che nella provincia di Aceh si contano 2.400 case danneggiate, a Padang Pariaman, a Sumatra Occidentale, si sono registrate 3mila case inondate, mentre a Sumatra Settentrionale le case colpite dalle alluvioni sono quasi 2mila, mentre a Kebumen, Giava Centrale, l'acqua ha minacciato 2.200 abitazioni.

Lo stesso presidente indonesiano, Prabowo Subianto, ha sottolineato che eventi estremi di questo tipo saranno sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici e ha chiesto al ministero delle Finanze di sopperire alle lacune. Nei giorni scorsi è stata lanciata un’assicurazione sulle proprietà che appartengono allo Stato, una decisione accompagnata dalla richiesta alle agenzie assicurative di permettere alle autorità locali di partecipare alle polizze assicurative per le calamità naturali. “Entro il 2026, chiederò alla Direzione generale dei beni statali di monitorare tutti i ministeri e le istituzioni in quanto utilizzatori di beni che devono assicurare la loro proprietà statale”, ha spiegato il viceministro delle finanze Suahasil Nazara, aggiungendo che il valore totale della proprietà statale nei settori dell'istruzione, della sanità e degli uffici ammontava a circa 250 trilioni di rupie, pari 15,2 miliardi di dollari.

Anche la Thailandia ha chiesto alle compagnie assicurative di mantenere stabili i premi assicurativi per sostenere le persone colpite dalle recenti inondazioni. Secondo l’Office of Insurance Commission (OIC), l’ente regolatore del settore, finora sono già state presentate circa 500 richieste di risarcimento dei danni. Tuttavia, in base ai rapporti pubblicati dal dipartimento per la prevenzione e la mitigazione delle emergenze, le alluvioni in Thailandia hanno interessato più di un milione di famiglie (2,9 milioni di persone) solo nel sud del Paese, mentre 143mila famiglie, quasi 500mila persone, sono state colpite nelle province centrali e settentrionali, con danni anche a centinaia di migliaia di proprietà.

Anche in Vietnam, la PVI Insurance, una delle più importanti compagnie assicurative, ha rivelato a Nikkei Asia che a fine novembre aveva ricevuto 830 richieste di risarcimento solo per i veicoli a motore. “Il numero e l'entità dei casi sono aumentati drasticamente, con danni di gran lunga superiori alla norma”, ha spiegato Pham Anh Duc, direttore generale di PVI. “In particolare, PVI Insurance e altre compagnie assicurative condurranno revisioni e rivalutazioni per adeguare le polizze nelle aree ad alto rischio di tempeste e inondazioni”.

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