21/10/2011, 00.00
THAILANDIA
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Alluvioni in Thailandia, a rischio acqua potabile ed elettricità

Le autorità annunciano “progressi” nello smaltimento delle acque nella capitale. Obiettivo primario la salvaguardia del distretto commerciale. Il settore industriale registra perdite per tre miliardi di dollari, riviste al ribasso le stime di crescita. Sacerdote del Pime: a rischio anche le piccole imprese familiari.
Bangkok (AsiaNews) – Le autorità thai parlano di “progressi” nello smaltimento delle acque che potrebbero inondare intere aree della capitale, grazie alla realizzazione di canali di scolo diretti verso il mare. Tuttavia, l’arrivo di una nuova massa da nord – ingrossata dalle ultime piogge – rischia di aggravare una situazione già precaria: fonti locali lanciano l’allarme, perché “in alcune zone mancano acqua potabile ed elettricità” e la tensione sta salendo, assieme al livello dell’acqua. Gi abitanti dei quartieri settentrionali di Bangkok sono invitati a trasferire beni e oggetti ai piani superiori; volontari e cittadini collaborano alla costruzione di ripari e protezioni, mentre la premier Yingluck Shinawatra non intende dichiarare lo “stato di emergenza”, perché comporterebbe lo stanziamento dell’esercito per le strade.

Tre mesi di forti piogge monsoniche hanno allagato intere aree della Thailandia, in particolare nelle zone a nord e al centro del Paese. Ora l’emergenza investe la capitale, finora protetta da una serie di barriere e un sistema di canali per far defluire le acque che hanno preservato il distretto centrale, cuore economico e commerciale del Paese. Non si registrano invece pericoli nelle isole meridionali – meta ambita dai vacanzieri – risparmiate sinora dalle alluvioni, così come l’aeroporto internazionale della capitale che ha retto all’emergenza.

Intanto si contano i danni provocati in poche settimane dai monsoni: il settore industriale registra perdite per tre miliardi di dollari e si temono inevitabili ripercussioni sulla crescita economica. Per gli esperti quasi un terzo delle province thai sarebbero invase dall’acqua; sono 1,6 i milioni di ettari sommersi nel nord, nel nord-est e nel centro del Paese. Dal luglio scorso si sono registrate 342 vittime, colpita anche l’area industriale a nord della capitale. Per il governatore della Banca centrale Prasarn Trairatvorakul le stime di crescita per il 2011 si fermerebbero al 3% circa, rispetto alle previsioni dei mesi scorsi che si attestavano attorno al 4,1%. Per il ministero delle Finanze il dato sarebbe ancora peggiore: Thirachai Phuvanatnaranubala, titolare del dicastero, ha dichiarato che la crescita economica “potrebbe arrivare con difficoltà al 2%”.

Per p. Daniele Mazza, sacerdote del Pime con base a Nonthaburi, cittadina 20 km a nord di Bangkok, le alluvioni hanno un “costo enorme per la nazione”, perché non colpiscono solo le industrie. Il sacerdote racconta ad AsiaNews i timori di una piccola imprenditrice, che ha avviato un allevamento di funghi che rischia di venire sommerso. “Un investimento di 4-5mila euro – aggiunge – che possono sembrare poco, ma qui valgono moltissimo”. E come lei, sono molti i casi di persone che potrebbero perdere l’attività di una vita. Assieme al livello dell’acqua, cresce anche la tensione nella popolazione che – in alcuni casi – accetta con fatica le scelte del governo. “Il livello delle acque cresce – spiega il missionario – e il lavoro di contenimento è difficilissimo”. P. Mazza lancia infine un allarme: in alcune zone mancano acqua potabile ed elettricità. In particolare, vi è il rischio concreto che per diverse settimane, se non mesi, i rifornimenti idrici di alcuni settori siano inutilizzabili.(DS)
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