Ammessi in Corea del Nord dieci monaci buddisti
I venerabili, tutti membri dell’Ordine Jogye, hanno compiuto una visita di un giorno solo. Entrati dalla zona di confine che tocca il monte Kumgang, i dieci hanno compiuto anche una visita a uno dei templi buddisti più antichi di tutta la Corea che si trova nella parte nord, proprio alle pendici del monte. E qui hanno potuto constatare che, all’interno del luogo di culto, non ci sono fotografie di Kim Jong-il o del padre, Kim Il-sung: si tratta di una cosa eccezionale, dato che per legge ogni edificio di culto in Corea del Nord è adibito soprattutto alla venerazione dei dittatori.
I monaci hanno donato nelle mani di un capo villaggio più di 100mila tavolette di vermifugo, antibiotico fondamentale per distruggere i vermi intestinali. Questi affliggono sempre di più la popolazione, che per nutrirsi è costretta a seguire una dieta poverissima e soprattutto estremamente non igienica. Secondo la Fao e l’Organizzazione mondiale della Sanità, i nordcoreani sono al momento il popolo con il peggior tasso combinato di alimentazione e sanità.
La fonte di AsiaNews, che ha partecipato alla visita, spiega: “La cosa che ci ha colpito di più è stata la visita al tempio, dove non abbiamo trovato i simboli del regime ma quelli della nostra fede. Anche se non c’erano fedeli, è evidente che qualcuno lo tiene pulito e in ordine. Questo dà molta speranza al mio cuore: vuol dire che ci sono ancora buddisti in Corea del Nord, anche se nascosti”.




