Anche l'isola di Delft avrà una stazione di rifornimento di carburante
Il governo di Colombo ha varato un piano per la realizzazione dell'impianto sull'isola settentrionale, dove ci vogliono ancora 7 ore e prezzi alle stelle per consegnare il combustibile che alimenta i generatori elettrici. "Fa parte dello sforozo per colmare i divari e sviluppare l'economia nelle aree periferiche". Ma gli ambientalisti sono preoccupati per l'impatto sull'ecosistema fragile che ospita ancora una vasta popolazione di cavalli selvatici.
Jaffna (AsiaNews) - Con l’obiettivo di migliorare le infrastrutture e la vita quotidiana delle comunità remote, le autorità dello Sri Laka hanno lanciato un piano per realizzare la prima stazione di rifornimento di carburante sull’isola di Delft (Nedunthivu, nella Provincia Settentrionale) – la prima nella storia dell’isola.
Il progetto, realizzato in collaborazione con la Marina dello Sri Lanka, mira a ridurre drasticamente tempi e costi legati al trasporto di carburante sull’isola, grazie a un nuovo accordo formalizzato con la Ceylon Petroleum Corporation (CPC). L’accordo è stato raggiunto il 5 ottobre ed è attualmente nella fase iniziale. La CPC destinerà 50 milioni di rupie (circa 142mila euro) per la costruzione e l’allestimento dell’impianto, con un’ulteriore espansione prevista in una seconda fase. Il progetto migliorerà l’accessibilità per i residenti e i visitatori diretti alle isole settentrionali.
Attualmente, i residenti affrontano una sfida logistica che richiede circa sette ore per consegnare il carburante al generatore elettrico dell’isola. Una volta operativo, il rifornimento potrà avvenire in 45 minuti. Secondo il Ministro dei Trasporti, Autostrade, Porti e Aviazione Civile, Bimal Rathnayake, sono già iniziati i lavori per lo sviluppo della strada di accesso al molo di Kurikadduwan (Kites), nella divisione segretariale di Velanai – un passo importante per migliorare la connettività di trasporto verso le isole al largo della penisola di Jaffna.
La nuova stazione offrirà carburante a prezzi nazionali standardizzati, in linea con quelli di Colombo, portando finalmente equità nei prezzi e accessibilità a un’area che da anni soffre di carenza di carburante e costi gonfiati a causa delle difficoltà di trasporto. L’iniziativa mira anche a sostenere le attività economiche sull’isola.
Alcuni alti funzionari della CPC hanno parlato con AsiaNews dell’iniziativa, affermando che “c’è una visione più ampia dietro a questo progetto. Fa parte di uno sforzo nazionale per colmare i divari regionali e rafforzare la coesione sociale. I residenti del nord aspettavano questa iniziativa da decenni, lottando per ottenere beni di prima necessità, in particolare il carburante, fondamentale per il loro sostentamento. La stazione di rifornimento è un'esigenza primaria, poiché affronta le sfide critiche legate al trasporto, garantisce parità di prezzo, migliora la sicurezza eliminando la necessità di trasporti manuali di carburante (attualmente in uso) e supporta la popolazione e i visitatori dell'isola. Il nuovo impianto fornisce un accesso al carburante tanto necessario, che finora è stato difficile e costoso”.
Nonostante sia considerato un passo storico, il progetto è accolto con scetticismo da parte degli ambientalisti. Gli ambientalisti Ramesh Ilangasinghe e Subashini Mendis ritengono che “questo progetto influenzerà drasticamente l’ambiente delicato dell’isola di Delft, che ha un ecosistema fragile, dovuto principalmente alle risorse limitate di acqua dolce e all’aumentata vulnerabilità ai cambiamenti climatici, con periodi più secchi, più piovosi e mareggiate. Queste sfide ambientali compromettono anche gli ecosistemi dell’isola, l’agricoltura e il sostentamento dei residenti. L’isola, che si estende per circa 50 chilometri quadrati, rischia di essere contaminata da inquinanti nel suolo, nell’aria e nelle acque, provenienti da perdite, sversamenti, composti organici volatili dispersi nell’aria, e rifiuti smaltiti impropriamente, con il rischio di danneggiare la fauna locale”.
“L’isola di Delft - continuano gli ambientalisti - è la seconda più grande isola dello Sri Lanka, con una storia che supera i mille anni, ed è l’unica con una grande popolazione di cavalli selvatici, un’importante attrazione turistica. Attualmente, le aree sviluppate, residenziali e amministrative occupano circa un quarto dell’isola e si trovano in una zona meno vulnerabile alle inondazioni. Per questo motivo, è necessario adottare soluzioni ponderate e sostenibili per costruire un futuro più resiliente per l’isola. È essenziale condurre una valutazione ambientale per individuare i rischi per il suo fragile ecosistema”.
Foto: Flickr/Indi Samarajiva
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