07/08/2014, 00.00
VATICANO-IRAQ
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Appello del Papa: Porre fine al dramma umanitario in atto in Iraq

In una dichiarazione, il direttore della Sala Stampa vaticana sottolinea la "vicinanza spirituale" di papa Francesco alla popolazione irakena e ai cristiani fuggiti da Mosul e Qaraqosh, occupati dall'esercito islamico. Il pontefice chiede aiuti urgenti per l'emergenza umanitaria e la fine delle violenze. Con la preghiera di tutti.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Papa Francesco segue da vicino gli "angosciosi eventi" che si susseguono nell'Iraq del Nord, e che toccano soprattutto i cristiani.  In una dichiarazione a nome del pontefice, fatta dal direttore della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi,  si chiede alla comunità internazionale di attivarsi "per porre fine al dramma umanitario in atto" e per "proteggere quanti sono interessati o minacciati dalla violenza", assicurando "gli aiuti necessari, soprattutto quelli più urgenti, a così tanti sfollati, la cui sorte dipende dalla solidarietà altrui".

Le parole del papa giungono proprio mentre quest'oggi Qaraqosh, un'altra città della Piana di Ninive, è caduta nelle mani dell'esercito islamico, che ha invaso l'Iraq del Nord. Esecuzioni, minacce, imposizioni, profanazioni di chiese e sequestri di persone e di beni hanno spinto molta parte della popolazione di Mosul e di altre cittadine a fuggire verso il Kurdistan irakeno, dove cresce l'emergenza umanitaria a causa del gran numero di profughi.

La dichiarazione di oggi appare in risposta alla lettera che il patriarca Louis Sako di Baghdad ha inviato giorni fa al pontefice, in cui denuncia l'esodo forzato dei cristiani e l'immobilità della comunità internazionale.

Riportiamo di seguito la dichiarazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede:

 

Il Santo Padre segue con viva preoccupazione le drammatiche notizie che giungono dal nord dell'Iraq e che interessano popolazioni inermi. Particolarmente colpite sono le Comunità cristiane: è un Popolo in fuga dai propri villaggi a causa della violenza che in questi giorni sta imperversando e sconvolgendo la regione.

Durante la preghiera dell'Angelus, lo scorso 20 luglio, Papa Francesco aveva esclamato con dolore: "i nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro. A queste famiglie e a queste persone voglio esprimere la mia vicinanza e la mia costante preghiera. Carissimi fratelli e sorelle tanto perseguitati, io so quanto soffrite, io so che siete spogliati di tutto. Sono con voi nella fede in Colui che ha vinto il male!".

Alla luce degli angosciosi eventi, il Santo Padre rinnova la sua vicinanza spirituale a quanti stanno attraversando questa dolorosissima prova e si unisce agli appelli accorati dei Vescovi locali, chiedendo, insieme a loro e per le loro Comunità tribolate, che salga incessante da tutta la Chiesa una preghiera corale per invocare dallo Spirito Santo il dono della pace.

Sua Santità rivolge inoltre il suo pressante appello alla Comunità Internazionale, affinché, attivandosi per porre fine al dramma umanitario in atto, ci si adoperi per proteggere quanti sono interessati o minacciati dalla violenza e per assicurare gli aiuti necessari, soprattutto quelli più urgenti, a così tanti sfollati, la cui sorte dipende dalla solidarietà altrui.

Il Papa fa appello alla coscienza di tutti e ad ogni credente egli ripete: "Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace! Preghiamo in silenzio, chiedendo la pace; tutti, in silenzio.... Maria Regina della pace, prega per noi!" (Angelus del 20 luglio 2014). 

 

 

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