22/03/2024, 12.59
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Arrestato Arvind Kejriwal, tra i leader dell'opposizione critici del premier Modi

A meno di un mese dall'inizio delle elezioni, il chief minister di New Delhi - nonché leader dell'Aam Aadmi Party - è stato preso ieri in custodia dall'agenzia che si occupa di crimini finanziari. Poche ore prima il Congress aveva lamentato che i suoi fondi erano stati congelati dal governo. Mentre emergono ulteriori dettagli sui finanziamenti ai partiti da parte delle grandi aziende.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - I vari leader dell’opposizione indiana hanno condannato l’arresto, avvenuto ieri sera, a pochi giorni dall’inizio delle elezioni, di Arvind Kejriwal, chief minister della capitale e capo dell’Aam Aadmi Party (AAP). Kejriwal, tra i più accaniti critici del primo ministro Narendra Modi, è stato preso in custodia dalll’Enforcement Directorate, l’agenzia nazionale che si occupa di crimini finanziari, dopo essere stato accusato di favorire lo spaccio di alcolici a New Delhi. Altri due leader del partito erano stati arrestati con simili accuse, nonostante la politica, che prevedeva una serie di accise sugli alcolici, fosse stata sospesa. 

Kejriwal aveva quindi ripetutamente accusato il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito al governo, di utilizzare le agenzie federali per prendere di mira l'opposizione. Anche il suo arresto non è in realtà del tutto inaspettato: i portavoce dell’AAP lo avevano definito probabile dopo che il partito aveva deciso una divisione dei seggi con il Congress in vista delle prossime elezioni nazionali, che si terranno tra il 19 aprile al primo giugno, mentre i risultati verranno resi noti il 4 giugno, secondo quanto comunicato dalla Commissione elettorale. Modi è in lizza per un terzo mandato, ma negli ultimi mesi è stato criticato per l’aumento della repressione: le agenzie statali hanno condotto una serie di arresti e indagini nei confronti dei leader politici che si sono uniti all’opposizione, mentre sono state archiviate le inchieste di coloro che si sono schierati con il BJP. 

L’AAP fa parte dell’alleanza INDIA (acronimo che sta per Indian National Developmental Inclusive Alliance), composta da 27 partiti, che mira a sfidare il BJP alle prossime elezioni. 

In riferimento all’arresto, Rahul Gandhi, leader del Congress, che guida l’opposizione nonostante non goda di grande popolarità, ha scritto su x (Twitter): “Un dittatore spaventato vuole creare una democrazia morta. L'arresto dei capi di governo eletti è diventato una cosa comune”. A queste dichiarazioni hanno fatto eco quelle dei rappresentanti dell’AAP: “Ciò dimostra che oggi l'ED non è un'agenzia investigativa indipendente”, ha commentato Atishi Singh, membro del governo della capitale. “È un’arma politica del BJP”.

L’AAP si è presentato come un partito anti-corruzione ed è salito per la prima volta al potere nel 2015, mettendo fine a 15 anni di governo nella capitale da parte del Congress. Nel 2020 l’AAP ha vinto un secondo mandato e, nonostante continui a non avere particolare rilevanza a livello nazionale, in questi anni da Delhi ha duramente criticato l’amministrazione Modi. Kejriwal, in particolare, è emersa come una delle figure dell’opposizione più riconoscibili.

E il suo arresto è avvenuto poche ore dopo che il Congress aveva accusato il BJP di aver paralizzato le proprie finanze tramite il dipartimento delle imposte: “Non possiamo svolgere il nostro lavoro elettorale. Non possiamo sostenere i nostri lavoratori e candidati. I nostri leader non possono viaggiare da una parte all’altra del Paese. Non siamo in grado di pubblicare i nostri annunci”, aveva detto Rahul Gandhi durante una conferenza stampa a Delhi. “Ciò viene fatto due mesi prima della campagna elettorale. Questa è un’azione criminale contro il partito del Congress, compiuta dal primo ministro e dal ministro dell’Interno. Viene orchestrato per paralizzarci prima delle elezioni”, ha aggiunto.

Nel frattempo, su ordine della Corte suprema, la Commissione elettorale sta continuando a pubblicare ulteriori dettagli e informazioni riguardo gli “electoral bond”, obbligazioni emesse dalla State Bank of India tramite cui aziende e privati potevano finanziare i partiti in forma anonima. Un meccanismo che a metà febbraio è stato dichiarato “incostituzionale” e sta facendo emergere (anche se in parte erano già noti) gli stretti legami tra il BJP, che ha incassato oltre la metà di tutte le donazioni, e alcune delle maggiori aziende del Paese. Dopo la pubblicazione degli ultimi dati, per esempio, è stato scoperto che almeno 21 aziende, tra cui le prime cinque acquirenti di obbligazioni, hanno aquistato titoli elettorali dopo essere state indagate dalle agenzie statali, tra cui l’Enforcement Directorate.

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