09/12/2010, 00.00
INDIA
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Attentato di Varanasi: la severa condanna della Chiesa Indiana

di Nirmala Carvalho
La polizia ha scoperto che i “Mujaheddin indiani” hanno inviato l’e-mail di rivendicazione dopo aver forzato un sito WiFi. Una squadra di polizia di Mumbai, e gli specialisti nelle indagini sull’attacco alla Jama Masjid di Delhi, sono sul luogo dell’esplosione.

Mumbai (AsiaNews) – Dura condanna della Chiesa indiana all’attentato che è costato la vita a una bambina di due anni e il ferimento di decine di persone a Varanasi.  La polizia di Mumbai intanto ha trovato che l’e-mail di rivendicazione è stata inviata da un gruppo di mujaheddin indiani. I terroristi l’hanno inviata dopo aver “hackerato” la connessione di un sito registrato a Navi Mumbai. Funzionari di polizia hanno detto che il sito in cui si sono introdotti i mujaheddin era registrato sotto il nome di Akhil Talreja, di professione DJ. In precedenza la polizia aveva sospettato e interrogato Talreja, ma in seguito ha scoperto che il sito era stato utilizzato dopo essere stato forzato dagli hacker.

I funzionari di polizia hanno rintracciato il percorso della mail che rivendicava la bomba di Varanasi, dicendo che l’esplosione era stata organizzata dai mujaheddin in risposta alla demolizione della moschea di Babri. La mail è stata inviata usando la connessione WiFi di Talreja. Nel frattempo una squadra di investigatori della polizia di Mumbai è stata inviata a Varanasi per ispezionare il luogo dell’attentato. Insieme a loro ci sono anche alcuni investigatori che avevano svolto le indagini nel caso dell’attacco alla Jama masjid di Delhi.

Nell’attentato ha perso la vita una bambina di due anni, e oltre venti persone sono rimaste ferite; fra di loro quattro stranieri, di cui un italiano di Campomorone (Genova). La bomba, posta in un contenitore di metallo sul Dashashwamedh Ghat sulle rive del gange, è esplosa nel pomeriggio, attorno alle 18.30 di mercoledì 7 dicembre, mentre si stava svolgendo il rituale dell’accessione quotidiana della lampada, il Ganga Aarti.

L’arcivescovo Albert D’Souza di Agra, segretario generale della Conferenza episcopale indiana, ha condannato l’attentato. “La Chiesa dell’India condanna questo attacco nei termini più forti possibili. E’ stato un atto di codardia e di odio verso l’umanità, in particolare verso persone innocenti e non colpevoli di nulla, che ne sono state vittime. Preghiamo per chi è morto, e per i feriti. La Chiesa cattolica darà tutto l’appoggio e l’assistenza medica necessari alle vittime di questa violenza senza senso. Questa violenza irrazionale in un luogo religioso è una macchia vergognosa sull’India, e questa vergogna ha colpito anche dei turisti a Varanasi, che è sempre stato un luogo sacro da tempi immemorabili. Mentre ci avviciniamo al giorno in cui è nato il Principe della pace, preghiamo per la pace nella nostra patria amata e preghiamo affinché il Principe della pace ispiri pensieri di pace nei cuori di quanti albergano violenza. Dio benedica l’India”.

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