12/08/2015, 00.00
CINA – STATI UNITI
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Attivisti cinesi: Perché non falliscano i dialoghi fra Cina e Usa sui diritti umani

L’annuale incontro fra Pechino e Washington sul tema dei diritti umani si sta per aprire nella capitale americana. Una lettera aperta, firmata da 36 avvocati e attivisti cinesi, chiede ai due governi di aprire i colloqui alla società civile e permettere che vengano controllati i risultati. Negli ultimi due anni, denunciano, “la situazione è peggiorata in maniera drastica nel Dragone”. Da luglio almeno 320 persone hanno subito violazioni ai propri diritti di base. Il testo completo della lettera.

Pechino (AsiaNews) – I Dialoghi fra Stati Uniti e Cina “devono includere anche la società civile, unico garante di controllo efficace, e devono partire dalla cancellazione di quelle leggi varate da Pechino che vanno contro la stessa Costituzione cinese”. Lo chiede una lettera aperta, firmata da 36 avvocati e attivisti per i diritti umani, all’apertura dei colloqui previsti per il 13 e 14 agosto 2015 a Washington.

Al momento, secondo i dati del Chinese Human Rights Defender (Chrd, che ha pubblicato il testo della lettera che riportiamo sotto), almeno 320 fra avvocati e attivisti stanno subendo violazioni ai diritti umani per il loro impegno a favore della popolazione. Circa 23 sono stati incarcerati e dovranno rispondere di accuse penali; un’altra decina è “sparita in maniera non volontaria”; un centinaio subisce restrizione di movimenti.

Vi sono poi i casi più noti, ma ancora irrisolti, legati a figure come Liu Xiaobo (Premio Nobel per la pace 2010, condannato a 16 anni di galera per il suo impegno a favore della democrazia, di cui 12 ancora da scontare); la moglie Liu Xia, che senza alcuna accusa è ai domiciliari da quattro anni; la giornalista Gao Yu e i prigionieri di coscienza Wang Bingzhang, Chen Xi, Zhu Yufu e molti altri. Tutti loro soffrono di problemi di salute ma si sono visti negare medicinali o visite specialistiche.  

Di seguito il testo completo della lettera, che chiede ai governi di Pechino e Washington di rendere “davvero efficaci” i Dialoghi, senza limitare le strette relazioni bilaterali soltanto all’economia. Traduzione in italiano a cura di AsiaNews.

Abbiamo saputo che i Dialoghi sui diritti umani fra Cina e Stati Uniti per il 2015 si terranno il 13 e 14 agosto a Washington DC. Abbiamo alcune preoccupazioni che vogliamo sollevare, in quanto avvocati e attivisti impegnati nella salvaguardia dei diritti umani.

Riteniamo che i diritti umani siano universali, e che questi diritti non dovrebbero essere rimpiazzati o ignorati da alcun governo, con la pretesa di “affari interni”, e tanto meno sostituiti con i “diritti alla sopravvivenza” o allo sviluppo [economico]. Allo stesso modo, i diritti umani non dovrebbero essere soppressi con la pretesa dell’anti-terrorismo o del mantenimento della stabilità. È innegabile che i Dialoghi fra Cina e Stati Uniti sui diritti umani che si sono svolti fino ad ora abbiano fornito ai due governi una piattaforma dove scambiare opinioni e attirare l’attenzione pubblica attraverso i media. Nonostante questo, però, questi Dialoghi non hanno aiutato in maniera sostanziale la situazione dei diritti umani in Cina che – al contrario – è peggiorata negli ultimi due anni.

Quello che non andrebbe ignorato è che questo round di Dialoghi sui diritti umani si verifica poco dopo numerose e imponenti operazioni di polizia, iniziate con un raid lo scorso 9 luglio 2015 e continuate da allora, che hanno provocato sparizioni “non volontarie” e molestie contro gli avvocati e altri attivisti per i diritti umani. E in un moment in cui il governo ha emanato una serie di legge ed emendamenti che mirano a legalizzare la soppressione dei diritti umani. Alla luce di queste circostanze, ci attendiamo che i Dialoghi possano giocare un ruolo positivo nel limitare il deterioramento delle condizioni dei diritti umani in Cina.

Per questo avanziamo diverse richieste:

  1. Il governo cinese dovrebbe rilasciare tutti gli avvocati e gli attivisti detenuti in maniera arbitraria o fatti sparire con la forza (ovvero imprigionati in segreto) dal 9 luglio scorso [2015], per mostrare la propria sincerità in un Dialogo teso a migliorare i diritti umani. Entrambi i lati dovrebbero presentare piani concreti e verificabili, con lo scopo di evitare la continua persecuzione degli avvocati e degli attivisti dopo i Dialoghi.
  2. Il governo degli Stati Uniti dovrebbe prestare molta attenzione agli ultimi trend in materia di legislazione, e convincere le autorità cinesi ad abolire o emendare in maniera sostanziale le clausole e gli articoli di legge e regolamenti che vanno contro la Costituzione della Repubblica popolare cinese o gli standard internazionali dei diritti umani, che la Cina ha già promesso di rispettare. In modo particolare l’art. 36 dell’emendamento (VIIII) del Codice penale della Repubblica popolare cinese e l’art. 73 del Codice di procedura penale, che hanno influenzato in maniera diretta “l’Evento 7.10” [relativo ai raid dello scorso luglio ndt] che ha colpito gli avvocati che operano a favore dei diritti umani.
  3. Il governo cinese dovrebbe garantire la sicurezza personale degli attivisti non governativi (avvocati inclusi) che hanno espresso il loro punto di vista e presentato suggerimenti riguardo i Dialoghi.
  4. Entrambi i governi dovrebbero pubblicare in maniera aperta e onesta i risultati di questi Dialoghi alle proprie istituzioni legislative e alle proprie pubbliche opinioni, in modo da permettere un controllo della popolazione sui risultati

Come è noto a tutti, la protezione dei diritti umani è uno dei pilastri della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Convenzione internazionale sui diritti politici e civili e delle Costituzioni sia della Cina che degli Stati Uniti. L’idea che “i diritti umani abbiano più valore della sovranità” è oramai ampiamente riconosciuta. Speriamo che le strette relazioni fra la Cina e gli Stati Uniti non si vogliano limitare soltanto all’economia ma possano coinvolgere politica, cultura e altre aree.

Negli scambi bilaterali, lo sforzo principale di entrambi i governi dovrebbe essere concentrato sul rendere i Dialoghi regolari, non governativi e davvero efficaci. Soltanto la partecipazione della società civile di entrambe le nazioni può garantire il giusto progresso dei colloqui sui diritti umani e le altre forme di scambio e cooperazione su questo tema, mantenendo così le relazioni bilaterali sul giusto cammino. Speriamo in maniera sincera che questo round dei Dialoghi possa giocare il suo giusto ruolo nel risolvere gli attuali e i futuri problemi dei diritti umani in Cina.

Firmato da 36 persone:

Chang Boyang
Chen Keyan
Han Qingfang
Jiang Tianyong
Jiang Yuanmin
Li Dongmei
Lin Qilei
Liu Shihui
Lawyer Liu Wei
Ma Yongtao
Wu Jinsheng
Peng Yongfeng
Tang Jitain
Teng Biao
Wang Jun
Wang Quanping
Wu Kuiming
Xiao Guozhen
Ye Jingchun
Zhang Chongshi
Ren Quanniu
Yu Wensheng
Xia Jun
Ge Wenxiu
Liu Zhengqing
Chen Bin
Jin Guanghong
Wang Bin
Shu Xiangxin
Chen Zhiyong
Ge Jueping
Lu Guoying
Yu Yanhau
Zhang Youwei
Chen Ziliang

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