29/05/2023, 09.06
GEORGIA
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Auguri e polemiche per la festa dell'indipendenza a Tbilisi

Quest’anno sulle strade si sono visti soltanto i colori georgiani, e non le bandiere dell’Unione Europea come l’anno scorso. La presidente della repubblica, Salome Zurabišvili, non ha mancato l’occasione per rinfocolare le tensioni, accusando il governo del Sogno georgiano di simpatie filo-russe. I messaggi del premier armeno Pašinyan e del presidente ucraino Zelenskyj.

Tbilisi (AsiaNews) - La Georgia ha celebrato per tutto il weekend la Festa dell’Indipendenza, in ricordo del 26 maggio 1918, 105 anni fa, quando il governo democratico guidato da Noe Žordanija proclamò l’indipendenza della Georgia dall’Impero russo. Lo slogan ufficiale esposto in tutto il Paese, accanto alle bandiere con i colori nazionali bianco-rossi, era “Con amore per la libertà!”. In tutto il Paese si sono svolte manifestazioni pubbliche, e soprattutto nella capitale Tbilisi.

La prima repubblica democratica georgiana durò soltanto due anni, e fu inglobata nell’Unione Sovietica dopo la fine della guerra civile tra Bianchi e Rossi, nel 1920. Con la dissoluzione dell’Urss, la Georgia ha proclamato nuovamente la propria indipendenza nel 1991, festeggiando nello stesso giorno e con la stessa solenne Dichiarazione del 1918, aggiungendo quindi altri 32 anni ai 2 di inizio del Novecento.

Quest’anno sulle strade si sono visti soltanto i colori georgiani, e non le bandiere dell’Unione Europea come l’anno scorso, quando la Georgia attendeva l’ottenimento dello status di candidato alla Ue. Tutto l’anno è trascorso tra le polemiche sul pendolo tra Europa e Russia, e la presidente della repubblica, Salome Zurabišvili, non ha mancato l’occasione per rinfocolarle, accusando il governo di simpatie filo-russe. Le opposizioni hanno comunque sbandierato le bandiere europee lungo il prospekt Rustaveli, la via centrale di Tbilisi chiusa al traffico per i festeggiamenti.

Zurabišvili ha affermato che “non è comprensibile, ed offensivo per il nostro popolo, quando il governo non pensa all’onore e alla dignità dei propri cittadini”. A suo parere il governo del Sogno Georgiano dovrebbe fare molto di più per “elaborare una politica ragionevole insieme ai partner internazionali, e sfruttare il momento storico per far entrare la Georgia nella famiglia europea”. Il suo intervento è stato più volte interrotto dai mugugni provenienti dalla stessa tribuna delle autorità, prima ancora che dalla folla.

Nonostante le polemiche, il prospekt Rustaveli si è trasformato come sempre in uno scenario di balli e canti popolari, con mostre e concerti a rallegrare il “passeggio popolare” che rende Tbilisi tanto simile alle città meridionali europee, d’Italia, Spagna o Grecia. Sopra il centro della città sono sfrecciati gli aerei acrobatici, formando anch’essi con le scie fumose i colori della bandiera georgiana. La festa è stata conclusa con il grande concerto sulla piazza della Repubblica, e lo spettacolo dei fuochi pirotecnici.

La festa si è diffusa in tutto il Paese, e dalla stessa Tbilisi si sono sparpagliati i collettivi teatrali e i gruppi musicali, per far sentire tutti una grande famiglia. Anche i cugini armeni, con i quali esiste da sempre un rapporto intenso di amore-odio, si sono congratulati con i georgiani: lo ha fatto il premier di Erevan, Nikol Pašinyan, con un messaggio in cui si afferma che “l’approfondimento delle relazioni di buon vantaggio e reciproco sostegno con la Georgia rappresenta una delle priorità della politica estera del governo dell’Armenia”.

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyj, ha rivolto a sua volta un augurio ai vicini georgiani, con un messaggio alla presidente Zurabišvili in cui si ricorda che “le relazioni tra i nostri popoli si fondano sul reciproco rispetto e sostegno, ciò che è particolarmente importante nelle condizioni della devastante aggressione armata della Russia contro l’Ucraina… noi appoggeremo sempre la sovranità della Georgia e la sua integrità territoriale, nei confini riconosciuti a livello internazionale”. Zelenskyj è convinto che “i nostri popoli saranno in grado di de-occupare i propri territori, restituendo sia alla Georgia che all’Ucraina una pace giusta, e all’intera regione del Mar Nero una solida sicurezza”.

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