09/06/2010, 00.00
IRAQ
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Baghdad, trattative serrate per la formazione del nuovo governo

L’Assemblea nazionale si riunirà per la prima volta il 14 giugno e, come primo atto, eleggerà il presidente e i due vice. L’unione fra le forze sciite rilancia la candidatura dell’ex premier al-Maliki, che deve vincere l’opposizione dei sadristi. I curdi ago della bilancia nella formazione dell’esecutivo; in cambio chiedono petrolio e Kirkuk. Ai cristiani 5 seggi, tre in più del passato.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – A più di tre mesi dalle elezioni legislative, il nuovo Parlamento iracheno si riunirà per la prima volta il 14 giugno. A convocare, secondo la prassi, la sessione d’apertura dell’Assemblea è stato il presidente della Repubblica Jalal Talabani. Fervono intanto le trattative tra le varie formazioni politiche per tentare di arrivare a un accordo per la creazione del nuovo esecutivo già prima del 14 giugno.
 
La Costituzione irachena stabilisce come primo atto dell’Assemblea nazionale l'elezione del suo presidente, e dei suoi due vice, seguita da quella del nuovo presidente della Repubblica. Sarà lui ad affidare l'incarico di formare il governo - entro 30 giorni - al candidato indicato dal blocco di maggioranza. Il nodo è qui: come sancito di recente dalla Corte Suprema federale il blocco di maggioranza non è necessariamente quello che ha conquistato più seggi alle urne, ma può anche formarsi una volta convocata la nuova Assemblea.
 
Questo lascia aperte le possibilità al candidato della nuova alleanza politica che ha riunificato le forze sciite – la coalizione dell’ex premier Nuri al-Maliki (Alleanza per lo Stato di diritto) e l'Iraqi National Alliance, dominata dai sostenitori di Muqtada al Sadr. Candidato che non è ancora stato deciso: Da’wa, il partito di Maliki, vorrebbe che venisse riconfermato proprio il premier uscente per un secondo mandato, mentre i sadristi non sono d’accordo.
 
Uno scenario del genere lascerebbe in secondo piano l’alleanza laica Iraqiya dell’ex primo ministro Iyad Allawi, ufficialmente la vincitrice alle urne anche se di stretta misura. Iraqiya ha ottenuto 91 seggi (su un totale di 325), seguita dalla coalizione di Maliki (89 seggi) e dall’Iraqi National Alliance (70 seggi). L’alleanza pan-sciita conta, quindi, su un totale di 159 seggi, mentre i curdi se ne sono aggiudicati 57, dopo avere deciso anche loro di unificarsi in un solo gruppo. Per votare la fiducia al governo occorrono almeno 163 seggi. Importante sarà capire con chi si schiereranno i curdi. Questi sicuramente metteranno al centro dei negoziati due tematiche fondamentali come la questione del petrolio (con gli accordi stipulati indipendentemente dal governo centrale e che Baghdad non riconosce) e lo status di Kirkuk, che rivendicano a sé.
 
Quello che è certo è che in Parlamento siederanno cinque cristiani. I loro seggi rientrano nei 14 totali riservati ai non musulmani all’Assemblea nazionale. Nell’ultima legislatura, i cristiani avevano solo due seggi. Secondo Yonadam Kanna, uno dei cinque parlamentari cristiani e segretario generale del Movimento democratico assiro, con una più ampia rappresentanza i cristiani posso sperare di ottenere l’attuazione di politiche che mirino a una maggiore sicurezza della comunità.
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