31/01/2024, 13.06
THAILANDIA
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Bangkok, Corte costituzionale: legge sulla lesa maestà è intoccabile

Il tribunale ha ordianto al partito progressista Move Forward di mettere fine ai tentativi di modifica della normativa, considerati come un rovesciamento della monarchia. Potrebbe seguire un pronunciamento riguardo il possibile scioglimento della formazione politica: un'eventualità che nel 2020 aveva generato le proteste di piazza dei giovani.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - La Corte costituzionale della Thailandia ha stabilito che i progetti di modifica della legge sulla lesa maestà equivalgono a un tentativo di rovesciamento della monarchia, per cui ha ordinato al partito progressista Move Forward di mettere fine alla campagna sulla questione. Nonostante la sentenza non abbia prodotto nessuna sanzione immediata, potrebbe portare allo scioglimento del partito che lo scorso anno, guidato dal 43enne Pita Limjaroenrat, aveva vinto le elezioni

In campagna elettorale il Move Forward aveva proposto una modifica dell’articolo 112 del codice penale, che prevede fino a 15 anni di carcere per insulti al re e altri membri della famiglia reale. La legge sulla lesa maestà è considerata sacrosanta da una parte della popolazione conservatrice, che la ritiene centrale per l’identità thai. Nella carta costituzionale viene infatti sancito che il re della Thailandia è oggetto di un “venerato culto”. Ma in realtà la normativa viene spesso utilizzata dall'élite conservatrice al governo per reprimere il dissenso e incarcerare gli attivisti di difesa dei diritti umani, perché chiunque può esporre denuncia nei confronti di qualcun altro. Negli ultimi 4 anni, almeno 260 persone sono state indagate ai sensi della legge e anche decine di minorenni sono stati arrestati. Il Move Forward Party aveva proposto una riduzione delle pene e l’obbligo per la monarchia di presentare una denuncia.

Nonostante le speranze della società thai (soprattutto dei giovani e degli abitanti delle città) di vedere un cambiamento democratico, i membri del Parlamento filo-monarchici e il Senato (i cui membri sono stati nominati dalla giunta militare precedentemente al governo) hanno fatto intendere che qualunque tipo di emendamento della legge sulla lesa maestà non troverà spazio nel dibattito politico, rendendo la legge, di fatto, intoccabile.

Ora potrebbe seguire un pronunciamento della Corte costituzionale riguardo il possibile scioglimento del partito: il predecessore del Move Forward, il Future Forward Party, che aveva avanzato simili proposte progressiste, è stato sciolto nel 2020, ufficialmente per aver violato le regole di finanziamento della propria campagna elettorale, e i suoi leader sono stati esclusi dalla vita politica per 10 anni. Una vicenda che aveva poi generato ampie proteste di piazza e visto la partecipazione di decine di centinaia di giovani e giovanissimi.

Secondo Human Rights Watch, ora anche i 44 parlamentari progressisti che hanno firmato la proposta di modifica dell’articolo 112, tra cui Pita, potrebbero essere banditi a vita dalla politica per aver violato il codice etico dei parlamentari. Solo una settimana fa l’ex leader del partito è stato assolto da accuse che avevano ostacolato la sua nomina a premier e gli avevano impedito di formare un governo, nonostante alle votazioni di maggio 2023 il Move Forward avesse ricevuto 14,4 milioni di voti (su una popolazione di 71,6 milioni). Da giovedì scorso Pita è tornato in Parlamento a occupare il suo seggio.

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