04/11/2015, 00.00
THAILANDIA
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Bangkok, cresce l’estremismo buddista: i monaci vogliono lo Stato confessionale

Ispirati dai gruppi integralisti del vicino Myanmar, i buddisti thai vogliono inserire la loro religione come confessione di Stato nella nuova Costituzione. Dietro la richiesta c’è il timore di infiltrazioni musulmane e l’odio razziale. Dal 2004, gli scontri confessionali nel sud del Paese hanno fatto 6500 morti.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Prendendo spunto dall’azione dell’estremismo buddista nel vicino Myanmar, i monaci thai stanno aumentando le pressioni sulla giunta al potere affinché dichiari la Thailandia Stato confessionale. La proposta sarebbe quella di inserire nella nuova Costituzione (che è in via di scrittura) il riferimento al buddismo come religione di Stato.

Sia Thailandia che Myanmar sono Paesi a stragrande maggioranza buddista. Negli ultimi anni Nyapyidaw ha visto aumentare sempre più la violenza e l’odio a sfondo religioso. Sfruttando il sentimento anti-islamico, il movimento buddista radicale Ma Ba Tha ha promosso leggi confessionali e la segregazione e persecuzione della minoranza musulmana Rohingya, da cui si sente minacciato. Dal 2012 ad oggi, i conflitti hanno causato 300 morti e 140mila sfollati.

Banjob Bannurji, presidente della Comissione thai che promuove il buddismo come religione di Stato, afferma che “ciò che è accaduto in Myanmar conferma che il buddismo è messo in pericolo da diverse strategie”. I buddisti thai, ha aggiunto, provano da decenni a fare approvare leggi religiose sull’esempio del Myanmar, ma senza riuscirci. Dalla salita al potere della giunta militare nel 2014, la Thailandia attende una nuova Costituzione, che dovrà essere approvata da un referendum. A settembre, il Consiglio per le riforme ha bocciato la bozza presentata (giudicata anti-democratica) facendo ripartire il processo di scrittura da zero e ritardando le nuove elezioni, che avverranno forse nel 2016.

Un primo tentativo di inserire il buddismo come religione di Stato avvenne nel 2007 ma non portò frutti. Ekachai Chainuvati, professore di legge alla Siam University di Bangkok ritiene che rendere il buddismo la regione ufficiale della Thailandia farebbe aumentare la popolarità della nuova Costituzione, favorendone l’approvazione al referendum. Amorn Wanichwiwatana, portavoce della Commissione per la scrittura della bozza, non si è espresso sulla proposta, ma ha detto che ascolterà “tutti i suggerimenti”.

In Thailandia i monaci buddisti sono circa 350mila, ma la religione teme le infiltrazioni dei musulmani, che sono la maggioranza in quattro regioni meridionali del Paese, teatro di violenze che dal 2004 hanno causato 6500 morti. Aphichat Promjan, monaco a Wat Benjamabophit (famoso tempio di Bangkok) ha scritto sul suo profilo Facebook il 29 ottobre scorso che per ogni monaco ucciso “una moschea dovrebbe essere bruciata, partendo dal nord fino al sud della Thailandia”.

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