11/09/2025, 13.36
PAKISTAN
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Belucistan verso il primato dell'oppio che alimenta la violenza

Le immagini satellitari suggeriscono che entro la fine dell'anno il Pakistan potrebbe superare l’Afghanistan nella produzione della droga, i cui profitti finiscono tra i vari gruppi terroristici della provincia sud-occidentale. Qui le piantagioni crescono insieme agli attentati. Ai gruppi separatisti e alla repressione dell’esercito si sono aggiunte di recenti anche le azioni dello Stato islamico contro la popolazione locale.

Islamabad (AsiaNews) - Il Pakistan potrebbe entro la fine dell’anno superare la produzione di oppio dell’Afghanistan, dove i talebani hanno imposto un divieto alla coltivazione dopo essere tornati al potere ad agosto 2021. In particolare, l’analisi delle immagini satellitari evidenzia la proliferazione di nuovi campi di papavero nella provincia sud-occidentale del Belucistan, dove nel corso dell’ultimo anno è aumentata la violenza.

Diversi gruppi indipendentisti, infatti, da tempo prendono di mira il governo pakistano con attentati terroristici, che nel corso dell’ultimo anno sono diventati sempre più sofisticati, mentre Islamabad ha rafforzato la repressione militare ma anche contro i gruppi della società civile che chiedono giustizia per le azioni indiscriminate dell’esercito pakistano e un maggiore controllo locale sulle risorse naturali, spesso svendute ad altre potenze straniere, tra cui la Cina e gli Stati Uniti, accusa la popolazione beluci.

Come ha svelato di recente un rapporto di Amnesty International, Islamabad utilizza tecnologia cinese e occidentale per sorvegliare la propria popolazione attraverso gli smartphone, prendendo di mira soprattutto gli abitanti del Belucistan, che è la provincia più grande e ricca di risorse del Pakistan, ma con tassi di povertà intorno al 70%.

Le dimensioni delle piantagioni di papaveri, molte delle quali superano i cinque ettari, e la loro ubicazione vicino alle aree edificate suggeriscono “una coltivazione sfrenata che non si è mai vista in Afghanistan, nemmeno negli anni di punta della produzione di oppio”, ha spiegato al Telegraph David Mansfield, esperto del commercio di oppio in Afghanistan e analista del programma antidroga del governo statunitense. È quindi “probabile che nel 2025 il raccolto di papaveri afghani venga ampiamente superato da quello del Pakistan”, ha aggiunto.

Diversi contadini afghani, privati della loro principale fonte di reddito, si sono trasferiti in Pakistan, portando con sé le loro conoscenze riguardo la coltivazione dell’oppio. Ma la scelta di spostarsi in Belucistan fa pensare che i profitti derivanti dal traffico di droga finiscano in mano ai gruppi armati che abitano la regione, tra cui l’Esercito per la liberazione del Belucistan (BLA), il Fronte di liberazione del Belucistan (BLF) e l'Esercito repubblicano del Belucistan (BRAS). 

Nonostante l’insorgenza armata risalga alla fine degli anni ‘40, quando il Pakistan è diventato indipendente, negli ultimi nove mesi si è registrata una recrudescenza della violenza, a cui si sono aggiunti gli attentati da parte dello Stato islamico, che il 3 settembre ha rivendicato la responsabilità di un attentato suicida a Quetta, capoluogo di provincia, in cui sono morte 15 persone e altre 30 sono rimaste ferite. L’esplosione è avvenuta nel parcheggio di uno stadio dove si erano radunati centinaia di membri del Partito nazionale del Belucistan (BNP) per commemorare la morte del loro fondatore. 

Si tratta di un avvenimento nuovo per la regione, perché solitamente i militanti jihadisti evitano di prendere di mira la popolazione locale. Il BNP rientra tra i partiti dell’opposizione che si battono per maggiori diritti e investimenti economici a favore dell’etnia beluci. Nei giorni scorsi diversi leader di partito hanno indetto uno sciopero regionale in risposta all’attentato. Ma sono andati incontro alla repressione delle autorità pakistane: almeno 100 persone, tra cui politici locali e attivisti, sono stati arrestati secondo le fonti locali.

Diversi osservatori ritengono che la situazione è destinata a peggiorare: a causa della repressione del governo pakistano, il BLA ha visto un’espansione della sua base di reclutamento, coinvolgendo sempre più donne e giovani nei suoi attentati. 

Gli investimenti stranieri nella regione vengono considerati obiettivi legittimi da colpire dalla lotta indipendentista. Nonostante i tentativi delle potenze straniere, tra cui gli Stati Uniti, di inserire il gruppo e in particolare la Brigata Majeed, la fazione più violenta, tra i gruppi considerati terroristici, segnalando la volontà di sviluppare ulteriori nuovi progetti, per la popolazione locale continuano a non registrarsi miglioramenti. Un decennio dopo l’avvio del Corridoio Economico Cina-Pakistan (CPEC), per esempio, i beluci ne hanno tratto scarsi benefici. Nonostante la costruzione di infrastrutture e progetti energetici, infatti, la disoccupazione e la povertà restano le principali preoccupazioni.

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