28/09/2021, 11.49
VIETNAM
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Bình Dương: il Covid ha affossato le imprese e impoverito i lavoratori, soprattutto migranti

di Tran Hung

La zona è parte del più importante polo produttivo nazionale con Ho Chi Minh City e Đồng Nai. I leader provinciali intendono rilanciare le aziende e sostenere l’occupazione. Ma la circolazione del virus impone ancora distanziamenti e chiusure. Una lavoratrice: i vaccini “la chiave” per la ripresa produttiva. 

Bình Dương (AsiaNews) - Rilanciare le imprese locali, per favorire l’occupazione e assicurare un sostegno alle categorie più deboli e colpite dalla crisi economica e sociale innescata dalla pandemia di Covid-19, soprattutto fra i lavoratori migranti. È questo l’obiettivo dei funzionari della provincia di Bình Dương, nel sud del Vietnam, con Ho Chi Minh City parte del cosiddetto “triangolo produttivo” del Paese. Per raggiungere l’obiettivo, spiegano, è necessario “sostenere le aziende, favorire gli affari e creare posti di lavoro per operai e impiegati”. 

La provincia di Bình Dương conta circa 50mila imprese, con oltre 1,2 milioni di lavoratori che provengono anche da altre province e città del Vietnam. Al suo interno vi sono 29 parchi industriali con 2mila aziende e 485.670 dipendenti, di cui 14.900 sono forza lavoro immigrata dall’estero, soprattutto da Paesi asiatici della regione. 

Il Vietnam ha saputo contenere a lungo i contagi di Covid-19 senza rinunciare al lavoro e alla mobilità ed è stato preso per molto tempo come modello persino dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Un'inefficiente politica vaccinale, che si è avvalsa anche dei sieri cinesi, all’atto pratico poco efficaci, unita all’ingresso della variante Delta hanno portato a una impennata nei casi e imposto duri lockdown. 

La stessa provincia di Bình Dương è stata colpita dalla quarta ondata iniziata il 27 aprile 2021, con il virus che si è diffuso fra le comunità residenti e le imprese. Chiusure e mancati sostegni hanno provocato una crisi gravissima soprattutto fra i migranti economici (stranieri e interni) e, in modo ancor maggiore, fra le donne migranti le più svantaggiate nella pandemia. 

Decine di migliaia di persone hanno perduto l’impiego a causa del Covid-19 e si trovano al di fuori del mercato del lavoro, senza prospettive per il futuro immediato. Il virus ha paralizzato le imprese e interrotto la produzione, i servizi e persino le attività spirituali. Le misure ancora in atto, fra cui distanziamento sociale e forti limitazioni, impediscono di fatto una ripresa economica e un rilancio dell’occupazione, sebbene si possano intravedere i primi segnali di inversione di rotta. Questi gruppi vivono condizioni di povertà e la stessa economia provinciale ha subito una brusca frenata dopo un ventennio di crescita vigorosa. 

Ieri il Vietnam ha registrato 9.342 nuovi casi, per un numero complessivo dal 27 aprile di quest’anno pari a 203.989. Nella sola area di Bình Dương i nuovi infetti sono 3.793, mentre i leader della provincia hanno fissato il 15 ottobre come data ultima per riportare sotto controllo la pandemia. “Quest'anno la nostra vita - racconta ad AsiaNews una donna di nome Thanh Tung - è stata rovinata del tutto. Nella mia azienda, molti lavoratori migranti o loro familiari sono morti a causa dell’epidemia. Altri hanno contratto ingenti debiti. Le nostre vite sono tuttora precarie”. Questa pandemia, conclude, “è ancora lunga. La chiave è la vaccinazione per le persone. E dobbiamo accettare di convivere con il virus”. 

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