27/08/2008, 00.00
CINA
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C’è anche una crisi dei crediti “made in China”

Si moltiplicano i segnali di crisi economica nel gigante cinese. Inflazione e rallentamento delle economie mondiali portano disoccupazioni e insolvenze. Si riducono i profitti delle banche; scendono i prezzi delle case. Il periodo negativo potrebbe durare uno o due anni.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Previsioni sempre più nere per il futuro del mercato cinese, che risente della crisi dei crediti Usa e del rallentamento dell’economia mondiale.

La China Construction Bank, la seconda del Paese e quella più impegnata nei mutui, ha dichiarato che per il resto dell’anno e per tutto il 2009 i suoi introiti scenderanno sotto il 71% dei guadagni accumulati nella prima parte del 2008. Pang Xiusheng, capo del settore finanziario del colosso bancario, ha detto che ormai “la robusta crescita registrata nella prima parte dell’anno è ormai giunta al massimo” e che d’ora in poi scenderà “per uno o due anni”.

Pang attribuisce questa riduzione dei profitti al rallentamento dell’economia mondiale, e alla stretta creditizia messa in atto dal governo cinese per frenare la galoppante inflazione. Personalità del commercio hanno dichiarato ad AsiaNews che la Cina “ha lo stesso problema degli Stati Uniti per quando riguarda i crediti subprime. Anche in Cina negli ultimi anni sono cresciuti i prezzi delle case e, spinti dai prestiti facili delle banche, molti si sono avventurati nell’acquisto di proprietà immobiliari. Ma ora la crisi mondiale dell’economia e l’inflazione in Cina stanno generando tanta disoccupazione e i mutui non vengono pagati”.

Anche le previsioni della China Life, la più grande compagnia cinese di assicurazioni,  non sono rosee. Il vice presidente Su Hengxuan ha dichiarato che, a causa della crisi dei crediti subprime che ha colpito gli Stati Uniti, gli scossoni si faranno sentire sempre di più anche in Cina, penalizzando la borsa di Shanghai. “La borsa cinese è legata ai mercati internazionali e il problema dei crediti non ha ancora raggiunto il punto più acuto”. Per questo, egli ha aggiunto, “il peggio deve ancora venire”.

Nei primi sei mesi la compagnia ha visto ridursi del 47% gli introiti da investimenti. La borsa di Shanghai è scesa del 61,42% dall’ottobre dell’anno scorso. Per il 2008 essa rimane la borsa con i peggiori risultati al mondo.

In Hong Kong le previsioni non sono migliori. Il pil del secondo trimestre è sceso al 4,2%, il più basso dal 2003 e i prezzi delle case stanno scendendo del 20-30%. A questo contribuisce una riduzione degli investimenti e la corrente crisi economica che sta rallentando le economie mondiali. Secondo alcuni esperti i prezzi delle case dovrebbero diminuire ancora per una durata di 15 mesi.

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