26/07/2005, 00.00
CAMBOGIA - VIETNAM
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Cambogia: scosse elettriche ai montagnard che si oppongono al rimpatrio

Human Rights Watch denuncia le violenze della polizia cambogiana durante i rimpatri forzati della popolazione degli Altopiani centrali del Vietnam; prove anche di abusi compiuti dalle forze dell'ordine vietnamite contro montagnard già tornati in patria.

New York (AsiaNews/Hrw) – La brutalità usata della polizia cambogiana contro i montagnard nelle recenti operazioni di rimpatrio forzato è al centro dell'appello lanciato ieri da Human Rights Watch (Hrw). Esso si unisce al coro di proteste che attivisti per i diritti umani hanno sollevato contro le violenze  delle forze dell'ordine cambogiane durante i rimpatri dei montagnard avvenuti la scorsa settimana.

Quella dei montagnard è una minoranza etnica stanziata sugli Altopiani centrali del Vietnam; è a larga maggioranza cristiana. In questi ultimi anni, molte tribù dei monti si sono  rifugiate in Cambogia per sfuggire alla repressione di Hanoi, che li accusa di "secessione", "disordine pubblico" ed espropria le loro terre.

Il 20 luglio scorso 94 dei centinaia di profughi montagnard sono stati costretti a tornare in Vietnam dopo il mancato riconoscimento Onu del richiesto status di rifugiati. Hrw denuncia che al mattino presto una dozzina di poliziotti anti-sommossa, alcuni armati con fucili d'assalto, hanno fatto irruzione in un deposito di attrezzature dove alcuni montagnard opponevano resistenza: si erano stretti l'un all'altro per non essere spostati. L'organizzazione per i diritti umani con sede a New York rende noto che "dopo il rifiuto dei fuggitivi di obbedire all'ordine di salire sugli autobus (diretti in Vietnam), la polizia non ha cercato di negoziare, ma ha cominciato a colpire con manganelli". Secondo Hrw la polizia "ha trascinato i montagnard sui bus tirandoli per le braccia, le gambe e i capelli; hanno poi colpito almeno una donna che portava un bambino sulle spalle". Basandosi su testimonianze oculari, l'organizzazione denuncia anche l'uso di scosse elettriche contro i resistenti. Brad Adams, direttore di Hrw Asia, ha dichiarato: "Non ci sono scuse per usare scosse elettriche o manganelli contro persone disarmate impegnate in una pacifica manifestazione di disobbedienza civile". A ispettori per i diritti umani e ai giornalisti era vietato raggiungere i luoghi delle operazioni di rimpatrio.

Hrw chiede un'inchiesta indipendente che punisca coloro che hanno autorizzato o usato violenza contro i profughi, violando le convenzioni Onu sui rifugiati politici. A gennaio 2005 il Commissariato Onu per i rifugiati, il Vietnam e la Cambogia hanno stipulato un patto. Secondo l'accordo l'agenzia Onu deve lavorare con entrambi i governi per rimpatriare, in modo "ordinato e sicuro" e "in conformità con la legge nazionale e internazionale", i profughi che non avevano scelto né di recarsi in un paese terzo, né di  tornare in patria in modo volontario.

Hrw ha espresso preoccupazione anche per le condizioni dei montagnard già tornati in Vietnam. L'organizzazione dichiara di avere documenti che provano casi di intimidazione, detenzione e abusi da parte della polizia vietnamita sui rimpatriati. Per questo Hrw chiede al Vietnam di permettere all'Onu e a ispettori indipendenti di poter visitare i profughi rientrati.

Da anni i montagnard subiscono persecuzione religiosa da parte del governo; durante la guerra del Vietnam, nel tentativo di creare uno stato autonomo, si schierarono al fianco degli Stati Uniti.

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