11/04/2006, 00.00
INDONESIA
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Card. Darmaatmadja: salvate i tre cattolici dalla condanna a morte, in nome della pace

di Benteng Reges

Esponenti della società civile indonesiana chiedono che il presidente faccia chiarezza sui "reali perché" di questa condanna e sul "rigido" atteggiamento del procuratore generale. Ancora attesa per la risposta di Susilo Bambang Yudhoyono sulla richiesta di grazia.

Jakarta (AsiaNews) – Il cardinale Julius Darmaatmadja si unisce al coro di leader religiosi e autorità politiche che chiedono la cancellazione della pena capitale per tre cattolici indonesiani. Secondo il porporato, presidente della Conferenza episcopale indonesiana, salvare i tre condannati è un'azione "inestimabile" per la promozione di una convivenza pacifica a Poso, Sulawesi centrali, tra cristiani e musulmani. D'accordo con il cardinale anche rappresentanti delle Chiese indonesiane del Sinodo e dell'Associazione buddista Bikkhu Dharmavimala. "Se verranno giustiziati – sottolineano i diversi leader – si potrebbe riaccendere la miccia dell'odio interreligioso".

Dal 1998 al 2001 Poso è stata scenario di violenti scontri tra le due comunità, che hanno causato oltre due mila morti. Nel quadro di questo conflitto, nel 2000 è avvenuto il massacro di centinaia musulmani, per il quale sono accusati Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu. Finora nessun musulmano è stato processato in relazione a quegli scontri.

Intanto crescono le voci di chi esige che il presidente Susilo Bambang Yudhoyono (SBY) spieghi in modo chiaro le "rigide" posizioni del Procuratore generale e i "reali perché" di questa dura condanna. Abdul Rahman Saleh, insieme alla Corte Suprema, ha infatti negato la revisione del caso, chiesta dalla difesa, e disposto l'imminente esecuzione. Il procuratore non ha voluto tenere conto delle rivelazioni di Tibo su 16 persone coinvolte nelle violenze del 2000 e nemmeno della presenza di nuovi testimoni, che scagionano i tre cattolici.

SBY è l'ultima speranza di salvezza per Tibo e i suoi compagni. Egli ha in mano la seconda richiesta di grazia presentata dai famigliari dei condannati. Il presidente non si è ancora pronunciato a riguardo. Nel fine settimana scorso, però, dopo un incontro con SBY, il ministro per la Politica, la sicurezza e gli affari legali, ammiraglio Widodo Adisutjipto, ha dichiarato: "La legge deve essere applicata; lo spettacolo deve continuare". All'incontro erano presenti anche Abdul Rahman Saleh e il capo della polizia generale Sutanto.

Il club degli avvocati di Jakarta ha criticato la "stupidità" dell'atteggiamento dell'Ufficio del procuratore generale, che dovrebbe incoraggiare ulteriori indagini sui 16 sospetti nominati da Tibo.

Secondo un membro del Padma - il gruppo di avvocati che rappresenta i tre cattolici - il governo non è intenzionato a fare luce sul conflitto di Poso e delle Molucche in quanto vi avrebbero giocato un "ruolo sporco" alcuni ex ufficiali di polizia e esercito. L'avvocato Harris Hutabarat ricorda che SBY era stato "restio" a chiarire quei fatti già quando, tra il 1998 e il 2001, era ministro per la Sicurezza e gli affari politici. "Non c'è da stupirsi – conclude – se non lo faccia ora che è capo di Stato".

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