13/07/2015, 00.00
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Card. Tagle alla Caritas: Impegniamoci a diffondere la Laudato sì fino ai confini della società

di card. Luis Antonio Tagle
La povertà, le condizioni di vita precarie in un mondo inquinato creato da altri. Raccogliere l’appello del papa nella visione strategica della Caritas. Parlare ai poveri e coinvolgere le elite in un cammino di cambiamento globale. Sostituire il consumo con il sacrificio, l’avidità con la generosità, lo spreco con la condivisione. Il messaggio del card. Tagle all’organizzazione cattolica.

Manila (AsiaNews) - “Le molte citazioni delle conferenze episcopali di tutto il mondo presenti nell’enciclica mostrano come le chiese locali affrontino da diversi anni la questione dell’ambiente. Noi ringraziamo papa Francesco per aver raccolto insieme queste voci in un ‘coro’ di lodi, pianti e appelli. Io credo che i leader ecclesiali, in particolare i vescovi della Caritas, possano giocare un ruolo determinante per portare nei cuori delle persone il messaggio della lettera di papa Francesco, insistendo su una spiritualità cristiana di integrità ecologica”. Lo ha detto il card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e nuovo presidente di Caritas Internationalis, riferendosi all’enciclica Laudato sì di papa Francesco sulla protezione dell’ambiente, pubblicata il 18 giugno scorso. Di seguito il testo completo del messaggio che egli ha inviato all’organizzazione. Traduzione a cura di AsiaNews.

Cari amici della Caritas,

in diverse parti del mondo i bambini nascono, i giovani crescono e gli adulti muoiono vivendo e lavorando tra rifiuti tossici creati e scaricati da altre persone. In altre parti le persone vivono in condizioni precarie tra alluvioni e siccità e gravi ingiustizie. In questi luoghi l’esistenza è strangolata in modo lento fin dall’inizio. Questo non è il disegno di Dio per l’umanità e la terra.

La vita scorre in maniera così veloce che molte persone sono disorientate. Quanto più la vita è frenetica e crescono il consumo e lo spreco, tanto più ci allontaniamo da Dio e dai poveri. Così questo ultra-consumo diventa un peso - non solo fisico ma anche spirituale. Accumuliamo così tante cose nella testa e nella vita che anche un solo pensiero, evento o responsabilità in più ci sommerge fino all’apatia.

Lo scorso giugno papa Francesco ha invitato ognuno di noi a intraprendere una missione per salvare il pianeta, la nostra relazione con Dio e la famiglia umana. Egli ci ha ricordato di “eliminare i rifiuti dalle nostre vite” e fare pulizia anche in quelle degli altri in modo che possiamo vivere come un’unica famiglia umana in dignità e unità.

Nell’enciclica Laudato sì il Santo Padre traccia un sentiero per una “conversione ecologica” globale. Io vorrei raccogliere l’appello rivolto all’intera famiglia della Caritas e invitare tutti voi ad accogliere la lettera all’interno della visione strategica della Caritas “One Human Family, Caring for Creation”.

Nella Laudato sì papa Francesco ci ricorda di sostituire il consumo con un senso di sacrificio, l’avidità con la generosità e lo sperpero con lo spirito di condivisione. Noi dobbiamo imparare a “dare e non semplicemente a rinunciare”. Noi siamo chiamati a liberarci da tutto ciò che è pesante, negativo e dispendioso e a entrare in dialogo con la nostra famiglia mondiale.

A dire il vero, questo richiede un processo di comunicazione universale e ascolto, un esame di coscienza a livello globale, un riconoscimento dei fallimenti e delle colpe e una determinazione globale a correggere i danni che sono stati fatti.

Abbiamo bisogno di recuperare la dimensione di dono e grazia all’interno della quale ogni creatura trova la sua pace. Abbiamo bisogno di considerare la nostra vocazione umana a vivere con la famiglia del creato in qualità di assistente e non proprietario. Per fare ciò dobbiamo essere vitali, motivati e creativi, ma mai prepotenti e violenti.

Nella Caritas io ho testimoniato il potere dell’amore attivo nel lavoro in mezzo a questa crisi ecologica globale. I lavoratori della Caritas costruiscono legami di solidarietà con coloro che vivono tra i cumuli di spazzatura. Essi rafforzano la dignità dei più poveri maltrattati dal cambiamento climatico. I volontari della Caritas assistono le persone in tutto il mondo negli sforzi per costruire le loro vite, le loro case e dare un’istruzione ai loro figli. La Caritas è la testimonianza vivente della parola di Dio nelle comunità povere del mondo. È un fiume a ruota libera di amore e speranza che nutre e possiede un enorme potere naturale di portare cambiamento.

Come Caritas e come membri della famiglia umana, noi tutti abbiamo un ruolo da giocare in questa rivoluzione ecologica a cui papa Francesco ci ha invitato. Dobbiamo rafforzare i legami tra le nostre organizzazioni in modo da lavorare meglio insieme. Mettendo in comune le nostre risorse, condividendo le informazioni e sostenendoci l’un l’altro, possiamo far vedere che è possibile per le persone di buona volontà riportare la speranza.

Dobbiamo usare tutta la nostra conoscenza ed esperienza per produrre iniziative “a poco a poco” che consentano a noi e ai membri della società di intraprendere i necessari cambi nello stile di vita per arrivare alla conversione personale. Dobbiamo pensare tanto a come fare per assicurare che il messaggio dell’enciclica raggiunga gli estremi della società: i più poveri che soffrono in modo ingiusto a causa delle scelte di altri e le elite che hanno un enorme potere nel portare a un cambiamento globale, ma ancora rifuggono da questa responsabilità.

Le molte citazioni delle conferenze episcopali di tutto il mondo presenti nell’enciclica mostrano come le chiese locali affrontino da diversi anni la questione dell’ambiente. Noi ringraziamo papa Francesco per aver raccolto insieme queste voci in un “coro” di lodi, pianti e appelli. Io credo che i leader ecclesiali, in particolare i vescovi della Caritas, possano giocare un ruolo determinante per portare nei cuori delle persone il messaggio della lettera di papa Francesco, insistendo su una spiritualità cristiana di integrità ecologica. Una tale spiritualità include il recupero di un atteggiamento contemplativo che ammira e apprezza la bellezza del creato.

Abbiamo bisogno di formare una spiritualità che inviti politici, economisti, artisti, educatori, scienziati e imprenditori a lavorare per il bene comune, rispettare la dignità di ogni persona, in particolare i poveri e i più vulnerabili.

L’amore di Dio è una forza fondamentale che muove tutte le cose create. La Caritas è una manifestazione di quell’amore che traduce il “riscaldamento globale” in riscaldamento mondiale dei nostri cuori in favore dei poveri.

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