13/02/2014, 00.00
INDIA
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Card. Thottunkal: Inviterò papa Francesco in India

di Nirmala Carvalho
L'arcivescovo maggiore di Trivandrum dei siro-malankaresi è il nuovo presidente della Conferenza episcopale dell'India (Cbci). Sua Beatitudine spiega il suo "programma di lavoro" per la Chiesa del Paese, invitando tutti i vescovi e il clero locale a un "rinnovamento interiore che aiuterà la costruzione della società e del Paese". Il porporato ricorda che "la Chiesa è al servizio dei poveri: questo è un segno che il Vangelo è vivo nel nostro Paese".

Mumbai (AsiaNews) - "È mia intenzione invitare papa Francesco in India": lo rivela ad AsiaNews Sua Beatitudine Mar Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo maggiore di Trivandrum dei siro-malankaresi. Il cardinale è stato eletto in questi giorni presidente della Conferenza episcopale dell'India (Cbci). Egli succede al card. Oswald Gracias - arcivescovo di Mumbai e membro del gruppo di cardinali consiglieri scelto da papa Francesco per riformare la Curia - che ha completato il mandato di quattro anni. Di seguito, l'intervista del card. Thottunkal ad AsiaNews, in cui parla del senso di questa nomina, di un incarico che è soprattutto "missione" e di come guiderà la Chiesa in vista delle elezioni del prossimo maggio. (Traduzione a cura di AsiaNews)

Eminenza, come ha accolto la sua elezione a presidente della Cbci?

Questo mandato mi è stato affidato dai vescovi cattolici dell'India, affinché guidi la nostra Conferenza episcopale nel prendere decisioni per la Chiesa cattolica del nostro Paese e per sostenere questa nazione. Questo incarico è una missione, per garantire che la Chiesa in India continui a crescere secondo le direttive della Santa Sede e del Santo Padre, papa Francesco.

La nostra Conferenza episcopale ha adottato alcune risoluzioni per continuare a essere coinvolta in modo sempre più intenso al servizio della nazione, rinnovandosi dall'interno. Ed è questo invito al rinnovamento interiore che aiuterà la costruzione della società e del Paese.

L'India si sta preparando per le elezioni generali. Come guiderà la Chiesa in questo momento critico della storia del Paese?

Le elezioni sono parte dell'amministrazione del nostro Paese, e ne siamo coinvolti attraverso un processo democratico. Le persone vengono preparate in molti modi per affrontare il voto imminente, e la Chiesa indiana fa opera di sensibilizzazione seguendo gli insegnamenti cattolici. La Chiesa non sostiene alcun partito politico, ma lotta per i principi e i valori democratici, e difende le credenziali laiche dell'India e il diritto delle comunità - di maggioranza e di minoranza - a seguire la propria fede. Tutti hanno il diritto fondamentale di esistere, di praticare, credere e diffondere la propria religione, e questo è molto importante per noi. Come cristiani sosteniamo questi valori come segni credibili della nostra nazione.

Come amministrerà la Chiesa dell'India, nella visione di papa Francesco?

La nostra Chiesa esiste da 2mila anni e continuerà a essere al servizio del Vangelo in molti modi, in particolare con l'apostolato dell'educazione, della cura sanitaria e della carità. Inoltre, noi cristiani abbiamo servito senza sosta poveri, dalit, migranti, donne, bambine, orfani e moribondi, senza alcuna discriminazione.

Il mandato del Santo Padre ci invita a rinnovare il nostro impegno a partire dalla nostra stessa umiltà, e dall'amore e dalla cura per poveri, emarginati, oppressi. Ogni membro della Chiesa indiana è chiamato a rinnovarsi secondo lo spirito della Chiesa, per amare e servire il nostro vicino, la società e la nazione.

Qualche parola come presidente della quarta Conferenza episcopale più grande al mondo.

Anzitutto, la Chiesa in India è antica come il cristianesimo stesso. Ha le sue diversità e i suoi punti di unione, espressi in modi differenti, e attraverso tre riti [latino, siro-malankarese e siro-malabarese, ndr] ha diversificato i modi di seguire il culto. Con questa diversità noi professiamo la nostra fede nella Santa Chiesa cattolica, che si esprime così bene nella vita ecclesiale degli indiani. La diversità crea un bellissimo mosaico, in cui tre riti formano un'unica Chiesa cattolica dell'India.

In secondo luogo, la Chiesa è al servizio dei poveri: questo è un segno che il Vangelo è vivo nel nostro Paese. Il dono generoso dell'India di [mandare] missionari alla Chiesa universale: secondo le stime, 15mila missionari indiani si trovano sparsi per il mondo in 166 Paesi. Inoltre, decine di migliaia di religiosi lavorano senza sosta per aiutare le persone nelle zone più rurali della nazione. Tutti questi sono segni di una fede viva. La Chiesa indiana è in costante rinnovamento per quanto riguarda la fede cattolica, gli insegnamenti morali e la dottrina sociale.

Come presidente della Conferenza episcopale dell'India ho intenzione di invitare papa Francesco a visitare il nostro Paese. 

 

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