19/01/2024, 11.09
FILIPPINE
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Caritas Filippine contro la riforma costituzionale: corruzione e povertà le priorità

di Santosh Digal

Nelle scorse settimane il parlamento ha iniziato a discutere di modifiche alla Carta, per favorire l’economia e l’ingresso di capitali stranieri. Per l’ente cattolico le urgenze sono altre, a partire dai programmi di assistenza e tutela ambientale. Secondo un sondaggio del marzo scorso il 45% è contrario a modifiche della Costituzione, mentre il 41% è favorevole

Manila (AsiaNews) - Caritas Filippine entra a gamba tesa nel programma di riforma della Costituzione al vaglio del Congress (la Camera bassa), ricordando che le vere priorità per il Paese e i suoi abitanti su cui si deve concentrare l’operato del governo sono altre: servizi sociali di base, lotta serrata alla corruzione e applicazione di programmi che siano di aiuto dei poveri e dei loro bisogni. “Ogni tentativo di alterare” la Carta, sottolinea il presidente mons. Jose Colin Bagaforo, vescovo di Kidapawan, in special modo se “avvolto da segretezza e privo di una genuina partecipazione pubblica, solleva serie preoccupazioni sulle sue vere motivazioni”. Perché la legge “fondamentale” su cui si basa l’ordinamento dello Stato, avverte, “non è un campo da calcio dell’arena politica in cui tirare calci per soddisfare i capricci di quanti sono al potere”. 

Nel dicembre scorso il presidente della Camera Martin Romualdez ha dichiarato che quest’anno il ramo basso del Parlamento cercherà di modificare alcune parti della Costituzione, in particolare la parte che riguarda l’economia che limitano la proprietà straniera. In contemporanea il presidente Ferdinand Marcos Jr, cugino di Romualdez, ha chiesto di esaminare la Carta per verificare se fosse necessario cambiarla per favorire l’ingresso di capitali stranieri. 

In questo contesto, mons. Bagaforo ha sottolineato che un eventuale revisione della Carta non basta certo a risolvere i problemi economici delle Filippine e altre sono le strade per affrontare il problema, in particolare per quanto concerne la lotta alla corruzione. “La povertà sarà sempre un problema - avverte il prelato - se si lascia che la corruzione si diffonda all’interno del nostro governo”. Invece di sprecare tempo e risorse per emendare la Costituzione, prosegue, il governo dovrebbe “dare priorità alle misure per sradicare la corruzione e garantire l’erogazione efficiente ed efficace dei servizi sociali di base alla nostra popolazione”.

La Caritas filippina rilancia in quest’ottica le parole e la posizione espressa più volte dalla Conferenza episcopale (Cbcp), contraria a iniziative di questo tipo in un settore delicato come quello delle riforme costituzionali. P. Antonio Labiao, Jr., direttore esecutivo dell’ente cattolico, ha esortato l’esecutivo a concentrarsi sull’approvazione di leggi che affrontino problemi urgenti come la protezione dell’ambiente. “Le Filippine - avverte - hanno bisogno di una legge di riforma mineraria completa, che protegga l’ambiente e i diritti delle comunità locali” mente il Congresso, su questo tema, “non ha agito per troppo tempo”.

Un’altra preoccupazione riguarda le misure anti-dinastia, che permetterebbero di interrompere la catena di potere all’interno di un clan: “Una vera norma - afferma p. Labiao - è fondamentale per spezzare la morsa delle dinastie politiche nella nostra democrazia. Il popolo filippino merita leader scelti in base al merito e non ai legami familiari”. Inoltre, conclude il sacerdote, “il Paese ha bisogno di riforme elettorali” che “garantiscano la qualità delle nostre elezioni e l’integrità del voto”, perché “solo così potremo avere una democrazia veramente rappresentativa, libera da manipolazioni e compravendite”.

Dalla presidenza di Fidel Ramos, durante ogni mandato si è discusso di rimodellare la Costituzione del 1987. Durante la sua campagna elettorale, l’ex presidente Rodrigo Duterte ha promesso modifiche che avrebbero portato il Paese verso un sistema di governo federale, ma ha poi ammesso che il popolo filippino non era favorevole. Sotto Benigno Aquino III, le richieste di cambiamento sono state meno numerose, sebbene nel 2014 abbia dichiarato di essere aperto all’idea, nonostante l’iniziale opposizione a causa delle tensioni con la magistratura. Secondo Pulse Asia, che ha diffuso un sondaggio interpellando 1200 filippini fra il 15 e il 19 marzo 2023, vi è “sostanziale equilibrio”: il 45% è contrario a modifiche della Costituzione, mentre il 41% è favorevole.

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