12/05/2004, 00.00
CINA
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Cattolici clandestini e non insieme ai funerali di un vescovo ufficiale

Hong Kong (AsiaNews/Ucan) – Cattolici della chiesa sotterranea hanno reso omaggio alla memoria di un vescovo della Chiesa ufficiale, partecipando al suo funerale. Il fatto mostra l'unità sempre crescente fra i due rami della chiesa in Cina.

Mons. Francesco Saverio Guo Zhengji , 90 anni, di Bameng (Mongolia Interna), è morto il 3 maggio scorso per problemi di respirazione. I funerali del vescovo, approvato dal papa e riconosciuto dal governo, sono stati celebrati il 7 maggio scorso alla chiesa di Sanshenggong, nella contea di Dengkou, a 812 km a ovest di Pechino, dove egli risiedeva fin dal 1985.

P. Mattia Dujiang, vicario generale di Bameng e responsabile della diocesi, ha detto che la comunità sotterranea locale ha partecipato al funerale e alla sepoltura del prelato, nonostante l'evento fosse sotto stretta sorveglianza della pubblica sicurezza. P. Dujiang, 41 anni, ha apprezzato moltissimo la presenza dei cattolici sotterranei, con i quali esiste un certo contatto: " È un buon segno di comunione fra le due comunità della zona", egli ha detto.

Una fonte della chiesa sotterranea ha dichiarato che vi erano almeno 30 cattolici della comunità clandestina. La loro presenza, ha spiegato, è stata ben accolta dai membri della chiesa ufficiale. E ha commentato: "C'è speranza di dialogo e di cooperazione fra i due rami perché apparteniamo a un'unica famiglia". I cattolici sotterranei, ha continuato la stessa fonte, hanno voluto mostrare sincerità attraverso un gesto, onorando il vescovo Guo, approvato dal papa, e esprimendo condoglianze alla chiesa ufficiale, nella convinzione che "le due comunità sono una famiglia sola".

I cattolici sotterranei sono sottoposti a una serrata campagna di arresti e tutti hanno partecipato al funerale rischiando la loro libertà. Tutti hanno obbedito all'indicazione del loro vescovo, mons. Giuseppe Ma Zhongmu di Ningxia, un vescovo di etnia mongola che il governo riconosce solo come prete. Lo stesso mons. Ma non ha potuto partecipare al funerale perché ammalato.

Più di mille cattolici, 30 sacerdoti di diverse diocesi e 40 suore hanno partecipato al funerale e alla sepoltura, insieme a decine di rappresentanti governativi dell'Ufficio Affari religiosi, etnici e della sicurezza. La messa è stata concelebrata da 3 vescovi: mons. Giovanni Liu Jingshan di Ningxia, già compagno di seminario del defunto; mons. Giovanni Liu Shigong di Wumeng, allievo di mons. Guo; mons. Francesco Tong Hui di Yan'an (Shaanxi).

Il vescovo Guo è morto 5 giorni dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Yinchuan, a pochi chilometri da Dengkou, dove era ricoverato dal marzo scorso. Fin dal 1999 ha avuto problemi di respirazione, che peggioravano con il cambiamento del tempo in primavera.

Il p. Du ha detto che dopo la morte di mons. Guo, la diocesi di Bameng deve preoccuparsi di alcune priorità quali la nascita di un consiglio presbiterale, un consiglio pastorale, l'organizzazione della chiesa locale e le finanze. La diocesi ha 21 sacerdoti, 30 suore e 30 mila fedeli. solo una piccola parte dei fedeli di etnia mongola appartengono alla chiesa ufficiale. La maggioranza di essi è legata alla chiesa sotterranea di mons. Ma.

Mons. Guo era nato il 15 aprile 1914 da una famiglia cattolica di Dengkou. È entrato nel seminario nel 1929; ordinato prete per la diocesi di Ningxia nel 1942. Dopo una laurea in lingua cinese all'università cattolica Fu Ren a Pechino, ha insegnato in due seminari maggiori per 6 anni, prima di diventare procuratore diocesano.

Dal 1958 al 1978 ha subito una condanna alla "riforma attraverso il lavoro", lavorando in due fattorie e in una salina. Nel 1979 è stato liberato e ha ripreso il suo impegno sacerdotale. Nell'ottobre '90 è stato ordinato primo vescovo di Bameng, una diocesi creata dalla chiesa ufficiale, che copre parte della diocesi di Ningxia, nella zona nord-occidentale della Mongolia Interna. A tutt'oggi la diocesi di Bameng comprende le città di Bayan Nur, Wuhai e Alxa.

Mons. Guo conosceva alla perfezione latino, francese e inglese. Egli amava scrivere e non aveva timore di esprimere le sue opinioni al governo e alle autorità ecclesiastiche. Nel '97 ha fatto parte di una delegazione della Chiesa cinese e ha visitato il Belgio. In quell'occasione egli ha descritto la chiesa in Cina "in piena guarigione e veloce sviluppo", "fiorente" di nuovi battesimi, fedeli e vocazioni.

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