20/05/2022, 08.56
GEORGIA
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Censure e scontri in Georgia

di Vladimir Rozanskij

Proteste per la condanna al carcere del giornalista di opposizione Nika Gvaramia. Le sue idee sgradite al governo del Sogno Georgiano. Critiche dalla Ue alle autorità di Tbilisi. L’opposizione chiede all’esecutivo di applicare le sanzioni occidentali alla Russia. L’Ucraina si sente tradita dagli “amici” georgiani.

Mosca  (AsiaNews) – Nella capitale georgiana Tbilisi è stata organizzata una marcia di solidarietà con il giornalista di opposizione Nika Gvaramia (v. foto), direttore del canale tv Mtavari Arkhi, condannato a tre anni e mezzo di carcere per le sue idee politiche sgradite al governo del “Sogno Georgiano”. I manifestanti chiedono alla presidente Salome Zurabišvili di graziare il giornalista, per evitare un “ritorno ai tempi sovietici”, mentre i governativi, per bocca del presidente del partito Iraklij Kobakhidze, parlano di “mancanza di rispetto all’istituto presidenziale”.

Esprimendo il proprio appoggio a Gvaramia, il direttore di tv Kavkazia, Nino Džangirašvili, ritiene che si tratti di una vendetta politica della casta al potere: “Noi non possiamo stare seduti comodamente in casa, quando dall’alto si accaniscono contro un nostro collega… spero che alla nostra protesta si uniscano tutti quanti, i politici, le associazioni umanitarie, anche chi non appartiene a nulla, ma non vuole vivere come in Russia”.

Gvaramia non ha intenzione di presentare appelli alla presidente, ma un’iniziativa in questo senso viene anche dal gruppo del “Difensore del popolo” Nino Lomdžaria, che sostiene a sua volta che sia in atto una persecuzione politica, e mette in dubbio l’indipendenza della magistratura georgiana. Anche diversi diplomatici occidentali si sono espressi in difesa del giornalista, affermando che la vicenda getta delle ombre sulla richiesta della Georgia di entrare nell’Unione europea, a cui Bruxelles dovrebbe rispondere entro giugno.

Da parte governativa si accusano le opposizioni di fomentare i disordini e creare i presupposti per un futuro molto più difficile, e proprio il giornalista condannato sarebbe uno dei maggiori responsabili di questo clima, insistendo con l’applicazione delle sanzioni occidentali contro la Russia da parte della Georgia. Il primo ministro Iraklij Garibašvili ha escluso questa possibilità fin dai primi giorni dell’invasione russa in Ucraina: “Noi dobbiamo muoverci a partire dagli interessi del nostro Paese e del nostro popolo”.

Le opposizioni del “Movimento Nazionale”, fondato e ispirato tuttora dall’ex presidente incarcerato Mikhail Saakašvili, hanno organizzato molte manifestazioni contro la guerra in questo periodo, con migliaia di partecipanti che sventolano le bandiere ucraine, e diversi georgiani sono partiti come volontari per combattere contro i russi. Le relazioni con la Russia sono comunque molto difficili da diversi anni, dopo la guerra del 2008-2011, e in questo frangente diventano sempre più complicate, anche per il notevole afflusso di cittadini russi in fuga dal regime putiniano.

Il governo cerca di mantenersi in equilibrio tra le spinte opposte riguardo al conflitto e alle relazioni economiche con Russia e Ucraina, da cui dipende per il 90% dell’importazione di grano. Secondo Garibašvili, “se alla presidenza ci fosse oggi Saakašvili, avremmo in casa una seconda Mariupol”, considerando anche la doppia cittadinanza georgiana e ucraina dell’ex presidente, che sarebbe tornato in patria proprio per istigare la nazione alla guerra con la Russia. Da un recente sondaggio, quasi la metà della popolazione sostiene le posizioni del premier di prudenza rispetto al conflitto ucraino, nonostante la simpatia generale verso Kiev.

La litigiosità delle parti in campo nella politica georgiana provoca comunque una forte reazione di rigetto nella popolazione, e da un altro sondaggio risulta che il 64% non intende sostenere alcun partito politico di quelli attualmente in parlamento. Il governo è accusato in generale di immobilismo e di frenare le necessarie riforme, le opposizioni sono ritenute troppo litigiose e inclini a facili populismi, oltre alla mancanza di leader credibili, continuando a rimanere dipendenti dagli eccessi di Saakašvili.

In Ucraina si sentono piuttosto traditi dagli amici georgiani, che dimostrano di avere paura della Russia, e non hanno saputo organizzare una vera visita di Stato a Kiev, mandando delegazioni separate e in contraddizione tra di loro. D’altra parte, la guerra sta affrettando l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue, e la Georgia vorrebbe approfittarne a sua volta, ma il quadro della regione del Caucaso e del mar Nero si comporrà solo in conseguenza degli esiti del conflitto in corso.

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