09/09/2009, 00.00
INDIA
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Chiesa del Kerala: promuovere la donna senza umiliarla con la "nudità"

di Nirmala Carvalho
I vescovi dello Stato indiano propongono iniziative a favore della condizione femminile. Accesso al mondo del lavoro e della politica, lotta alle violenze domestiche e ai fenomeni di maschilismo. Un impegno che parte dall’interno della Chiesa stessa con una riflessione sul ruolo della donna nella vita della comunità e nelle istituzioni cattoliche
New Delhi (AsiaNews) - “La nudità della donna non è semplicemente la mancanza di vestiti, piuttosto una mancanza di dignità. Spesso, la donna di oggi, che ha raggiunto la comodità e si è affrancata dalla povertà, arriva a scegliere volontariamente questa nudità”. P. Paul Thelakat, direttore del settimanale della Chiesa siro-malabrica Satyadeepam, cita Madre Teresa per spiegare cosa significhi promuovere la dignità della donna nell' India di oggi.
 
Interpellato da AsiaNews, il sacerdote affronta la cosiddetta “uguaglianza di genere” alla luce della posizioni della Commissione della donna del Consiglio dei vescovi cattolici del Kerala (Kcbc) che di recente ha annunciato nuove iniziative per sostenere il ruolo della figura femminile nella famiglia, nella Chiesa e nella società.
 
Nello Stato indiano vivono oltre 6 milioni di cattolici che rappresentano il 19% della popolazione. Si tratta di una delle comunità cristiane più numerose dell’India, capace di promuovere opere caritative, educative e sociali che hanno larga incidenza sulla vita della popolazione. Nonostante esse siano spesso ostacolate dalle autorità politiche, hanno contribuito a rendere il Kerala uno Stato modello nel panorama indiano anche per quanto riguarda la difesa dei diritti della donna.
 
Le donne rappresentano il 51,4 % dei quasi 32 milioni di abitanti del Kerala. Recenti statistiche rilevano che lo Stato del sud dell’India è il primo nelle graduatorie del Paese per quanto riguarda l’alfabetizzazione delle donne (oltre l’87% della popolazione femminile) ed il loro accesso ai servizi sanitari (oltre il 60%). Negli ultimi tempi anche la loro partecipazione al mondo del lavoro e della politica ha registrato significativi incrementi rispetto alla situazione nel resto del Paese. Nelle aree urbane, il 20% delle donne ha un impiego contro il 16% medio del resto dell’India; nelle amministrazioni municipali dello Stato il 33% degli eletti sono donne, mentre di norma la percentuale è al di sotto del 20%.
 
P. Paul Thelakat, afferma: “L’uguaglianza di genere è un bisogno del nostro tempo. Anche se il Kerala mostra dati incoraggianti, le violenze domestiche contro le donne e i fenomeni di maschilismo continuano”.
 
La scelta della Commissione del Kcbc di lanciare attività e iniziative per la promozione del ruolo della donna si propone di intervenire a tutti i livelli, sia dove la società del Kerala può già vantare importanti progressi sia negli ambiti in cui paga maggior arretratezza.
 
Innanzitutto la Chiesa guarda al suo interno, all’attenzione rivolta all’educazione e alla formazione delle giovani e delle religiose, così come al coinvolgimento delle donne nelle sue opere educative, sociali e civili.
 
“Segnali di questa cultura della disuguaglianza si ritrovano anche in alcuni aspetti della vita della Chiesa”, afferma p. Thelakat. “Un esempio tipico è la comparazione tra i fondi spesi per la formazione dei sacerdoti e quelli per le suore: c’è una differenza incredibile”. La Kcbc intende impegnarsi su questo e altri fronti interni alla Chiesa, intervenendo anche sulle modalità d’impiego e sugli stipendi delle donne che lavorano in istituzioni cattoliche.
 
La Commissione afferma che la difesa dei diritti delle donne lavoratrici è uno dei principali punti critici della società. Il loro accesso al mondo del lavoro e la giusta retribuzione sono punti su cui la Kcbc intende lavorare ad ampio raggio. Per i vescovi è inoltre necessario agire in modo risoluto contro l’abuso di alcol e le relazioni extra-coniugali, due fenomeni molto diffusi tra la popolazione maschile di cui le donne sono spesso vittime.
 
Per promuovere la cultura dell’uguaglianza nella società i vescovi sottolineano l’importanza del Giorno internazionale della donna (8 marzo) il giorno dedicato alle bambine (8 settembre) e quello contro la violenza (25 novembre). Questi appuntamenti sono occasioni di sensibilizzazione sui fenomeni di discriminazione della donna.
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