04/09/2008, 00.00
CINA
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Cina, Paraolimpiadi al via, ma disabili discriminati sui luoghi di lavoro

Il governo ha ianciato una campagna volta a promuovere diritti e attenzioni verso i disabili, ma le loro condizioni di vita non sembrano essere migliorate. Gli imprenditori preferiscono pagare multe piuttosto che assumere disabili, molti dei quali vittime di incidenti sul luogo di lavoro e sacrificati in nome della crescita economica.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina si prepara ad ospitare le Paralimpiadi, in programma dal 6 al 17 settembre a Pechino, ma nel Paese sono ancora troppe le disparità di trattamento verso i disabili, soprattutto per quanti vogliono accedere al mercato del lavoro. Lo denuncia Zhao Chunluan, al vertice della Federazione pechinese dei disabili, secondo la quale 83 milioni di portatori di handicap in Cina “subiscono discriminazioni” di vario genere.

Lo scorso 28 agosto, in occasione dell’accensione della torcia olimpica per i giochi dei disabili, Li Caimao – direttore del Comitato governativo per i disabili – aveva auspicato che la rassegna olimpica rappresentasse “l’occasione ideale” per la Cina e il suo popolo per migliorare “consapevolezza e comprensione” verso i disabili. Un auspicio che sino a oggi è rimasto inascoltato, perché vi sono moltissimi titolari di aziende che in maniera deliberata “violano le leggi”, preferendo pagare multe piuttosto che assumere lavoratori con handicap.

“Alcune compagnie – afferma Zhao Chunluan – non assumono disabili, adducendo come pretesto il fatto che vi siano molte persone in salute, oltre a studenti universitari, disoccupate o in attesa di primo impiego”. “Leggi che obbligano le aziende e le imprese a inserire nei loro organici persone portatrici di handicap ce ne sono” ma i titolari – denuncia l’attivista – preferiscono “pagare multe”, pur sottolineando che si tratta solo di “una piccola parte della società” cinese, la quale non ha “pregiudizi di sorta” verso i disabili.

“Le persone vogliono capire meglio la realtà dell’handicap – continua la donna – ma nel settore c’è molta ignoranza. La società cinese non è disumana, ma manca di informazioni precise e non conosce le sofferenze che devono subire ogni giorno gli handicappati”. L’attivista chiede per questo “nuove politiche che educhino la popolazione a capire la realtà dei milioni di disabili fisici e mentali” (circa il 6% del totale) che vivono oggi in Cina.

In molto casi all’origine di una menomazione fisica o psichica vi è il rapido – e spesso incontrollato – processo di industrializzazione registrato dal Paese negli ultimi decenni: impegnato a raggiungere l’obiettivo di una crescita economica a doppia cifra, il mondo del lavoro ha spesso trascurato le più elementari norme sulla sicurezza. Molti dei disabili, infatti, sono vittime di incidenti nelle fabbriche o nei cantieri presso i quali erano impiegati e ora non hanno più lavoro né una possibilità di reinserimento sociale.

Nel marzo scorso, durante un vertice del Politburo presieduto dal Capo di Stato Hu Jintao, i leader del partito comunista hanno deciso lo stanziamento di maggiori fondi a favore dei disabili, di cui solo la metà nelle principali città e un misero 2% nelle campagne gode di assistenza sanitaria. In vista delle Paralimpiadi il governo ha inoltre lanciato una massiccia campagna di propaganda volta a promuovere diritti e attenzioni verso i disabili, ma le loro reali condizioni di vita non sembrano essere migliorate.      

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