11/06/2005, 00.00
CINA
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Cina: niente stipendi per i migranti

Sono 150 milioni coloro che si spostano per trovare un'occupazione e che devono ancora ricevere circa 100 miliardi di yuan di arretrati. Per recuperare il proprio salario, ogni lavoratore spende circa 4 mila yuan.

Pechino (AsiaNews/Scmp) – I lavoratori migranti cinesi devono ancora ricevere circa 100 miliardi di yuan – oltre 9 miliardi di euro - di paghe arretrate maturate dallo scorso novembre. Le ripetute promesse da parte di fonti governative non hanno avuto esito e le paghe ai migranti continuano ad essere rimandate.

Secondo il sindacato governativo All-China il recupero dei salari arretrati potrebbe costare – ai migranti stessi - circa 300 miliardi di yuan: l'ammontare è calcolato sulla base del costo di voci come il cibo, il trasporto, le spese legali e il tempo che i lavoratori emigrati impiegano per cercare di recuperare i loro salari. Ogni lavoratore migrante spende circa 4 mila yuan in questa impresa: Guo Zenguang, migrante dell'Hebei, ha speso 4.700 yuan e 3 anni nel tentativo di ricevere 1.000 yuan di paghe arretrate, ma ancora non è riuscito nell'impresa.

In Cina vi sono circa 150 milioni di questi lavoratori, che a causa della povertà estrema delle zone rurali si spostano nei centri urbani per lavorare. I migranti vengono costretti a lavorare a salari bassissimi, anche per gli standard cinesi, e con orari disumani: sono diventati la principale forza di lavoro nei settori delle costruzioni e della manifattura.

Fonti ufficiali hanno più volte sottolineato l'importanza della questione delle paghe arretrate. In gennaio Zeng Peiyan, il vice premier, ha detto che la pubblica amministrazione si deve impegnare per assicurare ai lavoratori migranti gli arretrati dello stipendio prima del nuovo anno lunare. Questo perché i lavoratori tornano alle loro case d'origine solo in occasione della festività ed è socialmente condannato l'uomo che non riesce a portare lo stipendio alla famiglia.

Xiao Weidong, un avvocato, ha sottolineato che le spese di recupero dipendono dal costo delle spese legali: per questo motivo e per i lunghi tempi del procedimento giudiziale – spesso da 13 a 25 giorni – i lavoratori sono riluttanti a presentare ricorso.

Secondo il prof. Li Jianfei dell'Università Renmin (del Popolo) di Pechino, oltre il 90 % dei lavoratori in Cina non ha contratto e non riceve la paga in modo regolare. Anche se le direttive del governo impongono di pagare i lavoratori ogni mese, molti datori di lavoro falsificano le ricevute e non danno alcun salario, col pretesto di saldare ogni 6 mesi. Una volta che hanno in mano le ricevute finte, si rifiutano di pagare, senza alcuna possibilità per i dipendenti di avere giustizia. Alcuni lavoratori hanno fatto ricorso alla violenza ed hanno aggredito i datori di lavoro che non li pagavano ma molti altri hanno deciso di portare l'attenzione sulla loro situazione suicidandosi.

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