19/05/2014, 00.00
SRI LANKA
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Colombo blocca le celebrazioni nel Nord in ricordo dei Tamil vittime della guerra

di Melani Manel Perera
Ieri il Paese ha festeggiato il quinto anniversario della fine del conflitto conto le Tigri Tamil. Per il presidente Rajapaksa “non si celebra una vittoria, ma la pace”. Ma guardie e membri della sicurezza bloccano templi e uffici nel nord del Paese. Sacerdote tamil: governo disinteressato alla nostra sorte, un diritto ricordate “i nostri cari”.

Colombo (AsiaNews) - Colombo è "ingiusta" perché tratta "i propri cittadini in due modi diversi", impedisce a una parte del Paese di "commemorare i morti" della guerra civile e mantiene un clima di paura e di oppressione su una fetta di popolazione, costretta a "vivere in bunker". È quanto denunciano gruppi Tamil nel nord dello Sri Lanka, nazione che ieri ha festeggiato il quinto anniversario della fine della trentennale guerra contro le Tigri Tamil (Liberation Tigers of Tamil Eelam, Ltte).

Il 18 maggio 2009 il fondatore e leader delle Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte, i ribelli delle Tigri Tamil) Velupillai Prabhakaran venne ucciso da un nucleo speciale delle Forze armate. La sua morte sancì la fine immediata e definitiva del trentennale conflitto etnico. A pagare il prezzo più alto fu la comunità civile tamil nel nordest del Paese, che ancora oggi lamenta discriminazioni da parte delle autorità e l'assenza di un vero processo di riconciliazione.

Le celebrazioni ufficiali si sono svolte a Matara, regione del sud, alla presenza del presidente Mahinda Rajapaksa quale ospite d'onore. Nel suo intervento il capo di Stato ha sottolineato che "non stiamo celebrando la vittoria di una guerra, ma stiamo festeggiando la pace". Tuttavia, alcuni diplomatici occidentali fra cui l'Alto commissario canadese hanno declinato l'invito, sottolineando che "lo Sri Lanka dovrebbe concentrate la propria attenzione sulla riconciliazione". 

Fonti tamil nel nord del Paese riferiscono che le forze di sicurezza e la polizia dello Sri Lanka hanno bloccato l'accesso a numerosi luoghi di culto ed edifici, violando di fatto "i diritti di base" di una parte della popolazione che "non ha potuto ricordare i propri cari, morti nella guerra". Il direttore responsabile del giornale Uthayan a Jaffna, Saravanabavan, denuncia l'interruzione delle attività ieri in concomitanza con le celebrazioni. Guardie e membri della sicurezza "hanno bloccato gli accessi, senza alcuna spiegazione". Egli aggiunge anche che blocchi e sbarramenti si sono ripetuti per tutta la giornata nei pressi del tempio di Naguleswaram, nel nord; gli agenti hanno impedito gli accessi al luogo di culto indù a e impedito le commemorazioni in memoria delle vittime del conflitto. 

Dietro anonimato, un sacerdote cattolico raggiunto da AsiaNews riferisce che "trattando in questo modo i tamil del Nord, il governo dimostra che non è affatto interessato" alla loro sorte. Anche noi, aggiunge il prete tamil, dovremmo poter godere "di tutte le libertà civili". Egli chiarisce che "non intendiamo fare un paragone fra le due celebrazioni [nel Nord, contrapposte a quelle ufficiali del governo], ma è nostro diritto ricordate migliaia di persone care" decedute a causa della guerra. 

 

 

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