23/06/2006, 00.00
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Con al-Masri cambierà la strategia di Al Qaeda in Iraq

L'egiziano, antico compagno di al-Zawahiri, numero due del gruppo terrorista, dovrebbe far perdere al movimento gli aspetti più truculenti, soprattutto per quanto riguarda gli attacchi alle moschee sciite e allinearsi alla strategia globale del network.

Baghdad (AsiaNews) - Con l'ufficializzazione di Abu Ayyub al-Masri quale leader di Al Qaeda in Iraq, seguita all'uccisione di al-Zarqawi, appare destinata a cambiare la strategia del gruppo terrorista nel Paese. Dovrebbe perdere gli aspetti più truculenti, soprattutto per quanto riguarda gli attacchi alla comunità sciita, allineandosi alla strategia globale del movimento. Lo sostiene un'analisi dello Stratfor, un autorevole centro studi americano di geopolitica, secondo il quale, in realtà, al-Masri aveva già un ruolo di primissimo piano in Iraq, politicamente superiore a quello di Al-Zarqawi.

Significativo è anche valutato il fatto che il leader di Al Qaeda in Iraq è egiziano, come numerosi altri esponenti di primo piano dell'organizzazione.

Secondo l'intelligence giordana, particolarmente attenta alle vicende irachene ed ai fenomeni terroristici, infatti, Abu Ayyub al-Masri è egiziano. Il soprannome "al.Masri" vuol dire "l'egiziano" ed è uno pseudonimo dell'uomo che in realtà si chiamerebbe Yusuf al-Dardiri o Abu Hamza al-Muhajir.

Nel 1980 è entrato a far parte dell'Egyptian Islamic Jihad (EIJ), dove si ritiene abbia lavorato a stretto contatto con Ayman al-Zawahiri, che allora occupava una posizione di vertice nell'EIJ. Alla fine degli anni '80 al-Zawahiri incorporò numerosi militanti dell'EIJ in quella che sarebbe diventata Al Qaeda, Fra loro l'egiziano Mohammed Atef, che sarebbe entrato nella principale azione di Al Qaeda e sarebbe morto in Afghanistan in un attacco aereo degli Usa del 2001. Un altro è stato Saif al-Adel, ex colonnello dell'esercito egiziano, capo di operazioni, che si ritiene viva in Iran.

Gli analisti dello Stratfor evidenziano poi che gli egiziani hanno sempre avuto "un ruolo di primo piano" in Al Qaeda. Lo conferma il fatto che erano egiziani due dei quattro capi di Al Qaeda uccisi nell'attacco del Predator senza pilota avvenuto lo scorso 13 gennaio a Damadola, in Pakistan, al confine con l'Afghanistan, e che aveva come obiettivo al-Zawairi. Lo stesso Atef era parente di Osama, in quanto suo figlio aveva sposato la figlia del capo di Al Qaeda.

E c'è da aggiungere che era egiziano Mohammed Atta, il capo della cellula che ha condotto la principale azione di Al Qaeda, l'11 settembre.

L'analisi dello Stratfor è che in realtà al-Masri fosse già stato designato a succedere ad al-Zarqawi e ne avesse preso il posto nel corso del 2005, quando tra al-Zarqawi e la leadership di Al Qaeda c'era disaccordo sulla condotta delle operazioni in Iraq. In particolare Bin Laden e a-Zawahiri consideravano troppo rischiose le strategie di al-Zarqawi, specialmente per gli attacchi alle moschee sciite, che avrebbero alienato il sostegno degli iracheni e violato la legge islamica. Le comunicazioni tra la leadership centrale di Al Qaeda e al-Zarqawi evidenziavano l'importanza di conservare l'appoggio popolare, per prolungare la rivolta. Come risultato del contrasto, il giordano al-Zarqawi perse parte del suo ruolo guida del movimento jihadista in Iraq.

Il risultato degli eccessi e della brutalità di al-Zarqawi è stata la formazione del Mujahideen Shura Council, che ha effettivamente posto un freno alle sue azioni. Il Consiglio era stato pensato per includere Al Qaeda in Iraq ed altri movimenti jihadisti del Paese e dare un volto iracheno alla rivolta. Questo ha provocato la retrocessione di al-Zarqawi, relegato al rango di comandante militare.

Al suo posto, al-Masri, fidato veterano che fa parte del gruppo centrale, garantirà che le operazioni in Iraq saranno in linea con la strategia e l'ideologia globali del movimento jihadista.

 

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