18/04/2007, 00.00
CINA
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Condannato a 9 anni di carcere il figlio dell’attivista uighur Kadeer

La sua colpa: su internet ha scritto critiche al governo e ha parlato dei diritti umani e della etnia uighuri in Cina. Non ha potuto nominare un avvocato in un processo svolto a porte chiuse. Continue accuse giudiziarie per i figli della Kadeer, da quando è esiliata negli Usa.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il tribunale di Urumqi (Xinjiang) ha condannato ieri a 9 anni di carcere Ablikim Abdiriyim, figlio dell’attivita uighuri in esilio Rebiya Kadeer, per istigazione e attività secessionista. La Kadeer parla di accuse false e processo senza difesa.

Secondo l’accusa, Ablikim ha diffuso articoli secessionisti su internet, istigando contro il governo e “distorcendo” la situazione dei diritti umani e la politica etnica in Cina. E’ stato anche privato dei diritti politici per tre anni: in Cina i diritti politici comprendono la libertà di parola e di partecipare a manifestazioni e proteste.

A marzo Amnesty International ha denunciato che Ablikim è sofferente per le percosse subite in carcere e che gli è negata qualsiasi cura medica.

La Kadeer, islamica di etnia uighuri, è stata una nota imprenditrice e membro della Conferenza politica consultiva del popolo cinese ma è stata arrestata nel 1999 per la sua lotta per i diritti degli uighuri nello Xinjiang, poco prima dell’incontro con due parlamentari statunitensi in visita. E’ stata rilasciata nel 2005 ed esiliata. Dagli Stati Uniti, dove è presidente dell’Associazione americana degli Uighuri che si batte per i diritti di questo popolo, ha commentato al Washington Post che il figlio “non ha potuto nominare un avvocato né difendersi e il processo si è svolto a porte chiuse”.

Un altro suo figlio, Alim Abdiriyim, è stato condannato a settembre a 7 anni di carcere per evasione fiscale. Un terzo figlio è stato arrestato per evasione fiscale ma è stato condannato solo a una multa e una figlia è da mesi agli arresti domiciliari.

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