05/03/2007, 00.00
ASIA
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Continua il crollo delle borse asiatiche

Nuove gravi perdite su tutte le piazze. Ora gli esperti temono che si diffonda il panico, che scatenerebbe un effetto a catena. Diminuisce anche il prezzo del petrolio.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Continua la caduta delle borse asiatiche, che hanno aperto la settimana con nuove perdite. Preoccupazione degli economisti, che non credono possibile una rapida stabilizzazione dei mercati.

A Tokyo l’indice Nikkei ha perso il 3,4%, la maggior perdita in un giorno da 9 mesi. Anche Shanghai è stata in forte perdita, recuperata in parte alla fine con una chiusura di -1,65%.

Taiwan ha perso il 3,74%, Seoul il 2,71%, Singapore il 3,82%, Hong Kong il 3%, addirittura il 6,36% Kuala Lumpur. Ha perso il 2,91% Mumbay, finora meno colpita dalle perdite dei giorni scorsi. Secondo analisti, effetto negativo ha avuto anche il discorso del premier cinese Wen Jiabao all’Assemblea nazionale del popolo, che ha annunciato misure per contenere la crescita economica entro l’8%, rispetto al 10,7% del 2006.

Ora gli esperti temono che si diffonda il panico, con gli azionisti pronti a vendere a prezzo basso per limitare le possibili perdite. Il calo asiatico ha avuto conseguenze sulle borse europee, che si sono aperte in perdita. Il timore di un raffreddamento dell’economia asiatica ha anche fatto calare il prezzo del petrolio.

Il “periodo nero” è iniziato lo scorso 27 febbraio, con la caduta del 9% della borsa di Shanghai, subito  seguita dalle altre borse asiatiche e da quelle di tutto il mondo. Tra le principali cause ci sono il pericolo di una nuova tassa sugli utili di borsa in Cina (il governo cinese smentisce tale possibilità, ma è noto che vuole impedire un’eccessiva circolazione del denaro per paura di conseguenze inflattive) e la paura di recessione negli Stati Uniti, specie per la limitata crescita economica, l’elevata disoccupazione e la paura che il mercato immobiliare sia inflazionato con conseguenze sul mercato delle ipoteche. Peraltro da tempo gli analisti avvertivano che i valori di molti listini erano più alti del reale. Ora dicono che, nel breve termine, i mercati continueranno a mostrare grandi variazioni. Si stima che la perdita globale sia già stata pari a 1,5 trilioni di dollari.

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