Continua la ripresa della natalità a Seoul. Ma durerà nel tempo?
Da undici mesi consecutivi la Corea del Sud, che deteneva il triste primato di Paese con il più basso tasso di fertilità al mondo, sta registrando un'inversione di tendenza pur in un quadro che resta lontano dal tasso di sostituzione. Da gennaio a maggio 2025 la crescita delle nascite si è accentuata con un aumento del 6,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Merito soprattutto degli incentivi pubblici ai matrimoni. Ma la sfida resta convincere anche chi oggi non vuole avere figli.
Milano (AsiaNews/Agenzie) - La Corea del Sud continua a detenere il primato del tasso di natalità più basso al mondo; secondo le proiezioni dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington a Seattle, la popolazione coreana potrebbe dimezzarsi entro la fine di questo secolo, passando dagli attuali 51 milioni a 26,8 milioni di abitanti. Un numero analogo a quello del 1953, alla fine della guerra di Corea.
Da undici mesi consecutivi - però - si registra una lieve ma costante crescita che lascia sperare in un possibile (almeno parziale) cambio di rotta. Secondo i dati di Statistics Korea, a maggio sono state 20.309 le nuove nascite: il 3,6% in più rispetto ai 19.567 dello stesso mese dell’anno precedente. Complessivamente, da gennaio a maggio di quest’anno, le nascite sono state 106.048, segnando un incremento del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, il più alto mai registrato da quando sono cominciate queste rilevazioni nel 1981. Questo andamento ha portato a un leggero aumento anche del tasso di fertilità, che a maggio ha raggiunto la media di 0,75 figli per donna in età fertile. Siamo però ancora lontani da una svolta: affinché la popolazione si mantenga stabile - cioè senza crescere né diminuire - ogni donna dovrebbe avere almeno 2 figli.
Secondo Statistics Korea, “l'aumento delle nascite sembra essere influenzato dall'aumento dei matrimoni rispetto allo scorso anno, dalla crescita della popolazione femminile trentenne e da diverse politiche di promozione delle nascite”. Negli ultimi anni, infatti, il governo sudcoreano ha cercato di contrastare il calo demografico attraverso una serie di interventi, soprattutto economici. Dal 2006, sono stati spesi oltre 360mila miliardi di won (circa 250 miliardi di euro ndr) in programmi di sostegno alla famiglia, come sussidi per l’assistenza all’infanzia. Dal 2022, i genitori ricevono 2milioni di won (1360 euro ndr) alla nascita di un figlio. Da quest'anno, inoltre, la città di Seul prevede un bonus di 1 milione di won (circa 623 euro ndr) per chi decide di sposarsi nella capitale. Oltre agli aiuti economici, il governo ha introdotto anche misure per facilitare la vita familiare. Da quest'anno, ad esempio, i padri hanno diritto a 20 giorni di congedo di paternità retribuito, mentre stanno progressivamente crescendo i programmi di doposcuola nelle scuole elementari.
La strategia adottata dal governo coreano ha puntato ad incentivare le nascite anche attraverso il miglioramento degli standard di vita di alcune zone, dove era stato registrato un importante calo delle natalità. L’obiettivo è quello di renderli luoghi dove le famiglie possano immaginare un futuro stabile. Un esempio è la città di Pyeongtaek, a circa due ore d’auto da Seul, dove la realizzazione di nuovi appartamenti e di programmi per la creazione di posti di lavoro, tra cui la costruzione di un nuovo campus di Samsung Electronics, hanno attratto più famiglie nella regione. Rivitalizzare una comunità significa riqualificare un’area urbana attraverso alcuni servizi come scuole, trasporti ed opportunità di lavoro, alzando la qualità della vita e garantendo la stabilità necessaria a convincere una coppia ad avere figli. Oggi, Pyeongtaek è una delle sole due città sudcoreane con oltre 300mila abitanti ad avere un tasso di natalità superiore a 1. Infine, il governo ha provato a incentivare i matrimoni anche attraverso iniziative più curiose. Le autorità di Seul, ad esempio, organizzano incontri per single, pensati per chi ha poco tempo o opportunità per socializzare. A quanto pare, anche questo approccio sta dando i suoi frutti.
Secondo alcuni esperti, l’aumento costante delle nascite in Corea del Sud è legato però soprattutto alla crescita dei matrimoni registrata negli ultimi anni. Nel 2024 sono aumentati del 14,8%, raggiungendo la quota di 222.400. Si tratta del numero più alto degli ultimi cinque anni, in crescita per il secondo anno consecutivo, secondo Statistics Korea. Il fatto che i matrimoni stiano aumentando in modo costante da qualche anno, crea aspettative positive anche rispetto alla crescita costante della natalità nei prossimi anni. Ad aprile, per esempio, si sono sposate 18.921 coppie, con un aumento del 4,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, segnando il tredicesimo mese consecutivo di crescita. Questi dati evidenziano anche la stretta correlazione tra matrimonio e maternità in Corea del Sud. Sono pochissime le nascite fuori dal matrimonio e, per questo, i dati sui matrimoni sono un indicatore chiave per i futuri trend delle nascite.
Tra i fattori che possono spiegare l’attuale aumento delle nascite, però, c’è anche la crescita della popolazione femminile nella fascia di età più fertile. Le donne tra i 30 e i 34 anni (la fascia di età più incline a sposarsi e ad avere figli) sono aumentate da 1,51 milioni nel 2020 a 1,65 milioni a maggio di quest’anno; è la conseguenza del boom demografico avvenuto tra il 1991 e il 1995, ma questo è un fattore che ovviamente non potrà durare nel tempo.
Anche per questo bisogna rimanere cauti sulla sostenibilità a lungo termine di questa tendenza: va fatta una distinzione tra gli incentivi che hanno prodotto solamente effetti immediati e quelli che avranno, invece, un impatto duraturo nel tempo. In un’intervista rilasciata a Newsweek, Jung Jae-hoon, professore presso il Dipartimento di Welfare Sociale della Seoul Women's University, osservava: “Le politiche governative hanno influenzato quanti già volevano avere figli. Tuttavia, il basso tasso di natalità è causato dal numero significativo di persone che non prendono nemmeno in considerazione questa scelta. Un’inversione autentica e duratura del fenomeno deve rivolgersi a questo secondo gruppo di persone”.
29/03/2018 09:39
14/01/2019 11:43