14/11/2023, 11.00
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Cop28, vicario d’Arabia: ambiente terreno di missione e incontro con l’islam

di Dario Salvi

Mons. Martinelli sul'appuntamento che tra due settimane a Dubai vedrà anche la presenza di papa Francesco. Ecologia e clima diventano oggi “elemento di catechesi”, soprattutto in terra d’Arabia. Ad Abu Dhabi già stilato un documento dei leader religiosi. Le fedi possono “convergere sui temi ecologici”, trovando “terreno fertile di incontro, confronto, dialogo e conoscenza” che abbraccia anche “il patrimonio spirituale e dottrinale”.

Milano (AsiaNews) - Il tema del clima legato alla religione come “elemento di catechesi”. Per mons. Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen), gli eventi in calendario in queste settimane nel Golfo richiamano un elemento che è da tempo al centro della missione e costituisce un terreno privilegiato di dialogo con i musulmani. “Nella società emiratina, come nel vicino Oman - spiega il prelato - vi è grande attenzione alla questione ambientale, soprattutto fra i giovani che hanno letto e approfondito i contenuti proposti nella Laudato Sì di papa Francesco. E con l’approssimarsi della Cop28 la questione è diventata ancor più centrale”. Dal 30 novembre al 12 dicembre, infatti, Expo City Dubai ospiterà la Conferenza internazionale Onu sul clima, alla presenza di oltre 70mila partecipanti fra cui capi di Stato, funzionari governativi, industriali internazionali e rappresentanti del settore privato.

A questi si aggiungono accademici, esperti, giovani e attori non statali per approfondire i contenuti dell’Accordo di Parigi e che, negli Emirati, verranno sintetizzati per un primo bilancio globale. Per sottolineare (anche) i progressi compiuti rispetto agli obiettivi e analizzare gli elementi di criticità e i nodi irrisolti. “Il tema - racconta mons. Martinelli - è centrale nella vita della Chiesa e dei ragazzi e sono loro stessi che chiedono di approfondirlo nel percorso post-cresimale”. “Parliamo di conversione ecologica, di ecologia integrale - aggiunge -, espressioni che indicano non solo un aspetto particolare, ma pure un tema concreto che è parte della loro realtà, che li riguarda sul piano umano, nei rapporti interpersonali e con le altre fedi. Un percorso che aveva già avviato il mio predecessore [mons. Paul Hinder] e che io stesso ho sostenuto con forza sul piano pastorale”. 

Il papa alla Cop28

Nei giorni scorsi è giunta la conferma circa la presenza del papa alla Cop28, nell’ambito di una tre giorni di visita ufficiale negli Emirati dall’1 al 3 dicembre. Il momento più significativo sarà il 2 dicembre, in cui il pontefice interverrà a ExpoCity con un discorso rivolto ai capi di Stato e di governo delle diverse nazioni, cui seguiranno incontri privati bilaterali. Il giorno successivo, prima del rientro a Roma, è prevista l’inaugurazione del “Padiglione della fede”, che incarna e promuove i sei obiettivi che ne hanno determinato la nascita: ispirare fedi e leader religiosi a operare come agenti di cambiamento per il clima; mostrare azioni pratiche di istituzioni e comunità religiose per arginare i cambiamenti climatici con indicatori efficaci e meccanismi di monitoraggio; dar vita a una coalizione di religiosi che operano per il clima; incoraggiare gli stessi capi delle fedi a impegnarsi nel dialogo sul clima e ispirare cambiamenti; rafforzare il sostegno all’azione per il clima; unificare e garantire maggior forza possibile dei capi religiosi presenti.

Della partecipazione alla Cop28 di Dubai Francesco ne ha parlato nel fine settimana scorso all’Angelus, in cui ha esortato i fedeli presenti in piazza san Pietro a pregare perché la conferenza raggiunga gli obiettivi prefissati. Un traguardo essenziale, per dar vita - in un mondo sempre più segnato da divisioni, conflitti e violenze - a politiche comuni e a una collaborazione proficua per limitare l’aumento delle temperature globali e verificare l’impatto dei mutamenti del clima. In quest’ottica si inserisce l’avvio, due anni fa, della Piattaforma di azione Laudato Sì, collegata all’enciclica, che intende offrire strumenti utili per la cura di quella che il papa ha chiamato più volte la “nostra Casa comune”. Una iniziativa promossa dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che rappresenta uno spazio condiviso in cui la Chiesa studia ed elabora risposte alla crisi ecologica e ambientale, tema presente pure nella Laudate Deum. “Due anni fa - ha sottolineato il papa al termine della preghiera mariana - veniva avviata la Piattaforma. Ringrazio quanti hanno aderito a questa iniziativa e incoraggio a proseguire il cammino di conversione ecologica” pregando “per la Conferenza di Dubai sui cambiamenti climatici”.

Abu Dhabi, religioni per il clima

L’impegno delle religioni per il clima emerge anche dalla due giorni di lavori il 6 e 7 novembre scorso ad Abu Dhabi del “Summit delle fedi sull’azione per il clima”, che si inserisce nel novero degli eventi propedeutici alla Cop28. Ad ospitare i lavori, alla presenza di decine di capi e leader religiosi fra i quali il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, la capitale degli Eau Abu Dhabi. Patrocinato dallo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati, e organizzato dal Consiglio Musulmano degli Anziani in collaborazione con la Santa Sede, l’incontro ha registrato anche la sottoscrizione dei 28 leader religiosi presenti di una dichiarazione comune delle fedi sulle “azioni da compiere per il clima”. Nel documento - che reca la firma fra gli altri del card. Parolin in rappresentanza del pontefice, di Mohamed Al-Duweini, rappresentante del grande imam di al-Azhar al-Tayyeb, e di Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli - cristiani, musulmani, ebrei, buddisti, sikh e indù invocano una iniziativa “urgente e decisiva” per non superare la soglia dei 1,5 gradi di aumento delle temperature. Al contempo, chiedono maggiore sostegno alle “comunità più vulnerabili” colpite da eventi estremi e catastrofici legati al cambiamento climatico. L’appello è stato affidato al sultano Ahmed Al Jaber, nominato presidente della Cop28 sul clima, che nel suo intervento ha definito il documento una “potente dichiarazione di intenti che il mondo intero ha bisogno di ascoltare”. In questa prospettiva, ha proseguito, i leader religiosi diventano “custodi delle convinzioni e delle aspirazioni della stragrande maggioranza di tutti coloro che vivono sul pianeta” e “voce” per molte comunità “che non vengono ascoltate”. Un evento atteso anche dal mondo musulmano, come ribadisce il segretario generale del Consiglio musulmano degli anziani, l’egiziano Mohamed Abdelsalam, secondo cui è fondamentale la collaborazione fra fede e scienza, come la presenza di capi religiosi come papa Francesco, a ulteriore testimonianza della “urgenza” della crisi.

Ambiente terreno di missione e dialogo

“L’elemento interreligioso” nell’affrontare le questioni climatiche è “un punto centrale” e, riprendendo le parole del pontefice, le fedi “hanno il compito comune di custodire e promuovere il creato” riprende il vicario d’Arabia. “È un aspetto interessante - aggiunge - che le religioni possano convergere sui temi ecologici, trovando un terreno fertile di incontro, confronto, dialogo e conoscenza” che va ad allargarsi abbracciando anche “il patrimonio spirituale e dottrinale”. A conferma dell’importanza, il prelato ricorda di aver dedicato più di un passaggio nella prima lettera pastorale ai fedeli del vicariato pubblicata di recente: “Dio ci chiama - scrive - e ci attira a sé attraverso la bellezza delle cose e della vita.  Scopriamo che Dio ci chiama alla bellezza, alla bontà e all’amore. La vita è una vocazione perché la realtà è una pro-vocazione”. Il vicario prosegue ricordando l’insegnamento di san Francesco di Assisi e il Cantico di Frate Sole, invitando i fedeli a “difendere il creato e l’ambiente - come ci insegna ripetutamente papa Francesco - perché le cose sono segni di Dio. Ci portano a Dio. È parte della nostra vocazione prenderci cura del creato perché le creature sono un dono di Dio, che ci invita ad amare”. E se la vita è una “vocazione ad amare e ad essere amati”, conclude, nella cura della natura, la casa comune, il cristiano trova terreno fertile per compiere la propria missione e per instaurare un rapporto di dialogo con l’islam e le altre fedi. 

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