Crisi economica e yen spingono gli studenti giapponesi verso atenei asiatici
Il deprezzamento della valuta locale rende sempre più insostenibili i costi nelle università tradizionali in Occidente, dagli Stati Uniti all’Europa. Da qui la scelta verso mete alternative come Taiwan, Malaysia e Corea del Sud. Dopo il Covid-19 torna a crescere il numero di giovani all’estero. Tokyo fissa l’obiettivo di aumentare il numero a 500mila entro il 2033.
Tokyo (AsiaNews) - La crisi economica e il deprezzamento della moneta locale colpiscono gli studenti giapponesi: sempre più giovani, infatti, si stanno indirizzando verso nazioni asiatiche quali mete privilegiate per gli studi all’estero, abbandonando Paesi tradizionalmente popolari in Occidente a causa della crescente inflazione e di uno yen debole che rende tasse e costi di vita insostenibili. Al momento gli atenei in Canada, Stati Uniti, Australia e Regno Unito sono ancora in cima alla lista delle preferenze, comprendendo i due terzi circa del totale. Ciononostante, un numero crescente di universitari guardano al continente scegliendo Taiwan, Corea del Sud, Malaysia e Filippine, dove i costi di studio e di vita sono più convenienti.
Tatsuhiko Hoshino, funzionario del dipartimento di relazioni internazionali presso l’associazione no-profit Japan Association of Overseas Studies (Jaos), conferma che il deprezzamento dello yen ha avuto un impatto significativo sugli studenti giapponesi che cercano di studiare all’estero. “Si è registrato - afferma - un notevole spostamento dalle destinazioni tradizionalmente costose”. Già in Europa prendono piede destinazioni un tempo secondarie come Germania, Ungheria o Malta, che risultano essere convenienti. “Questa tendenza - aggiunge - è improbabile che cambi e credo che vedremo ancora più studenti giapponesi che optano per studiare in Asia o nei paesi dell’Ue”.
Secondo eduPASS, un fornitore di risorse per gli studenti internazionali che vengono negli Stati Uniti, i costi di vita e alloggio variano in modo cospicuo a seconda della posizione scelta e di altri fattori. I costi delle tasse universitarie per gli studenti sinora variavano tra 20mila e 40mila dollari all’anno per una laurea e da 20mila a 45mila dollari per un master. La National Taiwan University (Ntu), una delle più prestigiose dell’isola, da qualche tempo risulta essere una delle istituzioni che accolgono più studenti giapponesi.
Il numero di giovani dal Sol Levante che hanno fatto domanda per l’ateneo di Taiwan nel 2025 è aumentato di oltre il 60% rispetto all’anno precedente a causa in parte dell’accessibilità e della vicinanza. Attualmente, vi sono circa 183 studenti giapponesi iscritti alla Ntu, che comprendono 114 universitari, 57 studenti di master e 12 candidati al dottorato. La maggior parte frequenta economia e scienze politiche, beneficiando delle lezioni di inglese in un ambiente bilingue.
Un sondaggio Jaos nel 2024 ha rilevato che 14.713 studenti giapponesi stavano studiando in Asia, rispetto a un totale pre-pandemia Covid di 12.460 nel 2019 e leggermente superiore, attono ai 14.012, per lo scorso anno. La Corea del Sud ha visto un aumento da 1.605 studenti giapponesi nel 2019 a 2.468 nel 2024. La Malaysia ha registrato un analogo e rapido aumento passando da 481 nel 2019 a 891 nel 2024; Taiwan, più lenta a riaprire dopo l’emergenza pandemica, aveva quasi lo stesso numero di studenti giapponesi di prima della pandemia: 1.515 nel 2024.
L’imperativo primario per lo studio all’estero rimane l’acquisizione della lingua inglese, che è considerata peculiare per le future carriere lavorative. Nel 2024, il Giappone ha raggiunto un minimo storico nella conoscenza della lingua inglese, classificandosi al 92° posto su 116 regioni e Paesi in cui l’inglese non è la lingua madre, secondo EF Education First. E si è fermato al al 16° posto tra 23 paesi asiatici. Infine, a livello complessivo il numero di studenti all’estero è aumentato passando a 70.253 nel 2024, rispetto ai 66.007 dell’anno precedente. Il governo ha fissato l’obiettivo di aumentare il numero di universitari all’estero a 500mila entro il 2033.
14/02/2023 14:19