10/10/2014, 00.00
NORVEGIA - PAKISTAN
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Cristiani e musulmani pakistani: il Nobel a Malala aiuta la lotta per i diritti umani nel Paese

La 17enne pakistana Malala Yousafzai e l’attivista indiano Kailash Satyarthi vincitori dell’edizione 2014 del premio. Il comitato ha riconosciuto la loro “lotta contro la repressione dei bambini e dei giovani e per i diritti di tutti i bambini all’istruzione”. Paul Bhatti: "Simbolo di speranza per tutti ed esempio nella battaglia contro il fondamentalismo".

Oslo (AsiaNews) - Malala Yousafzai, attivista pakistana per l'educazione femminile, e l'omologo indiano Kailash Satyarthi, in prima linea nella difesa per i diritti dei bambini, sono i vincitori dell'edizione 2014 del Nobel per la pace. Con i suoi 17 anni, la ragazza è la più giovane vincitrice nella storia e già lo scorso anno figurava fra i candidati all'ambito riconoscimento. Il comitato norvegese riunito a Olso, presieduto da Thorbjoern Jagland, ha riconosciuto ai due premiati la "lotta contro la repressione dei bambini e dei giovani e per i diritti di tutti i bambini all'istruzione". In particolare, i giurati hanno celebrato l'impegno della adolescente pakistana, ferita in modo grave dai talebani nell'ottobre 2012 per il suo impegno a favore dell'educazione femminile. Satyarthi, attivo dagli anni '90 nella lotta contro la pratica del lavoro minorile, ha promosso la tradizione del Mahatma Gandhi e attuato diverse forme di proteste pacifiche "concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini per scopi economici". 

Per l'edizione 2014 del Nobel per la pace erano in lizza 278 candidati, un numero record, fra i quali spiccano i nomi - peraltro in maggioranza segreti - di papa Francesco e dell'ex dipendente della Nsa - l'agenzia di sicurezza nazionale statunitense - Edward Snowden, protagonista del "Datagate". 

Kailash Satyarthi, in prima linea fin dagli anni '90 nella lotta allo sfruttamento del lavoro minorile, attraverso la sua associazione ha soccorso almeno 80mila bambini da traffici e schiavitù. Nato nel 1953 nella piccola cittadina di Vidisha, nel Madhya Pradesh, ha una laurea in ingegneria elettronica e una specializzazione nell'alto voltaggio. Sposato e padre di due figli, un maschio e una femmina, egli ha sperimentato sin dai tempi della scuola il desiderio di battersi per i diritti degli studenti meno fortunati e facoltosi. 

Malala Yousafzai - già vincitrice un anno fa del premio Sakharov - il 9 ottobre 2012 è rimasta vittima di un attentato talebano nella Swat Valley, area montagnosa della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, al confine con l'Afghanistan, roccaforte degli estremisti islamici. È stata colpita mentre si trovava a bordo dello scuolabus che l'avrebbe accompagnata a casa, dopo aver concluso le lezioni del mattino. La giovane, salvata grazie a una campagna di mobilitazione internazionale, era diventata famosa nel 2009 all'età di 11 anni, per aver tenuto un blog sul sito in lingua locale della Bbc in cui denunciava gli attacchi dei fondamentalisti islamici pakistani contro le ragazze e gli istituti scolastici femminili.

Interpellato da AsiaNews l'ex ministro e attivista cattolico Paul Bhatti, leader di All Pakistan Minorities Alliance (Apma), sottolinea che il premio assegnato a Malala è "un grande incoraggiamento" non solo per lei, ma per quanti lottano per i diritti in Pakistan. La ragazza, aggiunge Bhatti, "aveva tutte le carte in regola per vincere e lo merita" e oggi ancor più può diventare "esempio e forza per quanti vivono nella zona". È un "simbolo" per tutti quelli che lottano "per dare una speranza" aggiunge, per quanti "sono oppressi" ed è "bello vedere che il suo sforzo è stato apprezzato in tutto il mondo". Per il politico e leader cattolico Malala diventa "un esempio anche per la nostra associazione, perché anche noi cristiani desideriamo impegnarci per combattere le violenze e promuovere l'educazione". Come ho ripetuto spesso in passato, conclude Bhatti, la violenza e la mancanza di istruzione generano solo "altra violenza, ignoranza e fanatismo", per questo è fondamentale un percorso educativo per tutti "capace di vincere il fondamentalismo".

L'attivista musulmano Iftikhar Ahmed, coordinatore di South Asia Partnership Pakistan (SAP-PK), esalta il coraggio di Malala "contro la talebanizzazione e l'estremismo", il cui premio è fonte di "orgoglio" per il Paese. "È un modello femminile - aggiunge - contro il fanatismo religioso". Aila Gill, leader giovanile cristiana, sottolinea che "oggi Malala ha dato una grande lezione ai talebani, che gli sforzi per la pace e una buona reputazione, e non le violenze, possono rendere prospera la vita altrui". P. Iftikhar Moon, della parrocchia del Santo Rosario a Warispura (Faisalabad), parla di "momento di grande orgoglio per tutti i pakistani, perché è una figlia della nostra terra" che ha saputo mettere a rischio la propria vita "per l'educazione femminile". 

La frontiera nord-occidentale è considerata una roccaforte dei talebani, tanto che in alcune aree vigono la Shariah e le Corti islamiche, chiamate a giudicare controversie, oltre che comportamenti e regole di morale. Centinaia le scuole - anche cristiane - chiuse nella sola Swat Valley, mettendo in pericolo l'istruzione di decine di migliaia di studentesse e il lavoro di circa ottomila insegnanti donne. L'educazione delle nuove generazioni è una delle vie che il Pakistan deve percorrere per vincere povertà e garantire sviluppo alla nazione, come ha sottolineato AsiaNews in passato all'interno di uno speciale dedicato al tema dell'istruzione. Tra le poche realtà presenti per qualche tempo, un gruppo di suore carmelitane singalesi dedite all'istruzione femminile; tuttavia, le religiose hanno dovuto abbandonare dopo un anno e mezzo per le minacce dei fondamentalisti islamici.

(Ha collaborato Shafique Khokhar

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