03/07/2017, 11.26
INDIA
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Cristiani indiani, una piccola minoranza, ma con un grande contributo sociale

di Purushottam Nayak

I cristiani rappresentano il 2,3% della popolazioni, cioè 27,8 milioni. Il cristianesimo introdotto da san Tommaso Apostolo. Gli insegnamenti di Cristo si sono radicati con i missionari portoghesi. Nel Paese la minoranza cristiana gestisce migliaia di scuole, ospedali, strutture per malati e poveri. Manca un’attiva partecipazione alla politica.

Chennai (AsiaNews) – “L’11 luglio di ogni anno celebriamo la Giornata mondiale della popolazione. Secondo le stime più recenti [effettuate] dalle Nazioni Unite, a giugno 2017 la popolazione mondiale era di 7,5 miliardi di persone. Con i suoi 1,34 miliardi di abitanti, l’India è il secondo Paese più popoloso al mondo dopo la Cina, che detiene il primato con più di 1,41 miliardi di persone. La sfida più grande per noi è contribuire alla crescita della nazione. In India il cristianesimo è stato introdotto nel 52 d.C. da san Tommaso Apostolo. Ad ogni modo, c’è consenso generale sul fatto che il cristianesimo si sia stabilito in maniera definitiva nel VI secolo d.C.. Gli studi riportano che la Chiesa cattolica romana è stata portata in India nel XVI secolo dai portoghesi, dagli italiani e dai gesuiti irlandesi. In seguito, nel Paese si è diffuso il protestantesimo grazie agli sforzi dei missionari britannici, americani, tedeschi e scozzesi. Ciò vuol dire che il cristianesimo si è stabilito in India persino prima che alcune nazioni europee divenissero cristiane”. Lo afferma ad AsiaNews p. O.J. Christhu Raj.

Secondo il Censimento sulle religioni in India del 2011, il cristianesimo è la terza religione del Paese, con quasi 27,8 milioni di fedeli, che costituiscono il 2,3% della popolazione totale; l’induismo è la prima religione con più di 966,3 milioni di seguaci, cioè il 79,8% degli abitanti; l’islam è al secondo posto con più di 172,2 milioni di aderenti, il 14,2% della popolazione.

Sebbene in India i cristiani siano una minoranza, in base al sondaggio del 2011 essi formano il gruppo religioso di maggioranza in tre Stati: Meghalaya (87.93%), Mizoram (87.16%) e Nagaland (74.59%). Ad ogni modo, il censimento non prende in considerazione coloro che non si identificano in modo esplicito come cristiani. Di seguito alcune categorie di persone che praticano i principi di Cristo senza abbracciare il cristianesimo. "Credenti di Cristo” (Believers of Christ): Yesu Bhaktas – Devoti di Cristo, la maggior parte vive a Varanasi. Yesu Satsongri – in gran parte dal Punjab, non amano definirsi cristiani, ma seguono gli insegnamenti di Cristo. Yesu Darbaris – l’idea di questo gruppo è che ogni persona è benvenuta alla corte di Cristo, perciò non è necessario essere cristiani; questa idea è stata sviluppata da Narayanaverma Thilak in Maharashtra. I credenti che si trovano nelle chiese – essi non sentono la necessità di diventare cristiani e vengono in chiesa, ma seguono in maniera completa i principi di Cristo. I cripto-cristiani, con una doppia identità (i cripto sono coloro che non rivelano la reale identità per qualche motivo). I seguaci segreti di Cristo – non si trovano in chiesa.

Sebbene la comunità cristiana sia piccola dal punto di vista numerico, in rapporto al totale della popolazione dell’India, il suo contributo al progresso socio-economico della nazione è molto più significativo. I cristiani gestiscono migliaia di istituzioni educative, ospedali, centri di cure sanitarie di base, centri di riabilitazione per criminali, case per anziani, case per moribondi e bisognosi, lebbrosari, istituti tecnici e agricoli, centri per il benessere sociale, gruppi di auto-aiuto femminile, centri spirituali. La lista potrebbe continuare ancora a lungo. Rivolgendosi ai cristiani, l’on. Vidyasaga, governatore del Maharashtra, ha detto: “Noi siamo orgogliosi di voi per l’opera di arricchimento della vita sociale, culturale, economica e politica dell’India. È difficile immaginare un’idea di India senza di voi”. S.K. Barpujari, professore all’Università di Guwahati, scrive che la popolazione tribale del nord-est dell’India e nella regione di Chotanagpur è prospera e progredisce grazie agli insegnamenti di Gesù Cristo.

P. Raj ribadisce l’invito alla partecipazione politica dei cristiani: “È certamente vero che la presenza dei cristiani in India, dai primi missionari ai giorni nostri, ha aperto la strada in modo straordinario alle massime realizzazioni dell’India in vari campi. Ma sorge una grande questione quando parliamo della partecipazione dei cristiani alla politica. Sikh e giainisti (rispettivamente l’1,72% e lo 0,37% della popolazione), che sono meno numerosi dei cristiani, hanno una buona partecipazione e rappresentanza, creando un grande impatto sull’amministrazione indiana. Perché i cristiani stanno lontano dalla politica?”.P. Raj spiega che mentre “noi ci vantiamo per il nostro servizio nel campo dell’educazione e delle cure mediche, dobbiamo ammettere che, in quanto cristiani, abbiamo fallito miseramente nel rappresentare noi stessi all’interno dell’amministrazione indiana. Siamo sottorappresentati sia in Parlamento che nelle legislature statali. Se rimaniamo in silenzio ed evitiamo la partecipazione, potrebbero [essere approvate] decisioni che impattano in maniera negativa sui nostri diritti e privilegi”. P. Raj sostiene che “bisogna tenere presente la situazione politica in India. Siamo obbligati a partecipare in maniera attiva all’amministrazione politica in modo da proteggere gli interessi della nostra comunità e salvaguardare i nostri diritti e identità religiosi. Dobbiamo fornire conoscenza e motivare le giovani generazioni cristiane a riflettere sulla presenza nell’amministrazione politica”.

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